L’abbandono di Steve Jobs non è una semplice notizia di cronaca finanziaria che segna un’importante svolta al vertice di una delle più grandi aziende al mondo per capitalizzazione azionaria.
Steve Jobs non è soltanto il più lungimirante e fortunato imprenditore della new economy ma soprattutto l’uomo che negli ultimi 30 anni ha trasformato maggiormente il modo di comunicare (e forse anche di pensare) del mondo intero, riscrivendo così equilibri economici e soprattutto il paradigma culturale della contemporaneità.
Convergenza digitale, multimedialità, interattività, personal media. Grazie alle intuizioni geniali di Steve Jobs questi concetti sono entrati a far parte della vita quotidiana, ampliando in modo esponenziale le possibilità di informazione, comunicazione, intrattenimento e creatività di ognuno.
Di fronte ai suoi progetti sembra persino limitante parlare di semplice innovazione aziendale; Steve Jobs ha saputo trasformare una vision imprenditoriale, quella della Apple, in rivoluzione culturale e filosofia esistenziale, rielaborando i propri sogni privati per renderli progetti di successo planetario.
Questa compenetrazione di genialità visionaria e volontà di perseguire i propri obbiettivi ad ogni costo, malgrado le mille difficoltà che la vita presenta, è testimoniata, a mio avviso, magistralmente dall’intervento di Jobs a Stanford nel giugno del 2005: un discorso intriso di emozioni tenuto di fronte a una platea di studenti neolaureati, in quella stessa università dove Steve ha studiato senza mai laurearsi.
Parlando alla futura classe dirigente americana, Jobs ripercorre le tappe salienti della propria vita, i genitori adottivi, l’estromissione e successivamente il ritorno alla Apple ed il tumore al pancreas, che, malgrado anni di lotta e cura, l’ha costretto infine a rassegnare le dimissioni. Un grande Jobs che trasmette un messaggio forte: siate affamati, siate folli , fate quello che amate e quello in cui credete dice ai giovani di Stanford ed indirettamente ai giovani di tutto il mondo.
Sono passati più di 6 anni da quell’intervento ma oggi più che mai, mentre siamo sommersi dai commenti sul suo congedo, quelle parole risuonano nella mia mente come il testamento spirituale di Steve Jobs.
Su questa pagina il testo in inglese del discorso di Steve Jobs alla Stanford: http://news-service.stanford.edu/news/2005/june15/jobs-061505.html
Signor Marenco, mille grazie di cuore per avere espresso il Suo rispetto verso Steve ed averci ricordato il suo bel discorso.
Grazie per il commento. Steve Jobs oltre a lasciarci il suo testamento spirituale ci ha lasciato dei magnifici doni che sono i prodotti che ha inventato. RIP.