I nuovi device in casa Apple camminano di pari passo con nuove, grandi ambizioni: con iPhone 6 e Apple Watch, infatti, Cupertino svela l’intenzione di lanciarsi alla conquista del mobile commerce e dei pagamenti digitali.
Intenzione che, del resto, era già stata messa in campo con l’uscita – nel 2012 – di Passbook, un’applicazione che permette di gestire ticket, fidelity card, coupon, biglietti e codici promozionali. A distanza di un paio d’anni, le ambizioni si sono ampliate e Apple vuole gestire, tramite i propri dispositivi, il pagamento di una vasta gamma di prodotti mediante un tap sull’iPhone o l’Apple Watch. Dello smartwatch di Tim Cook atteso per il 2015, mesi di rumor avevano raccontato la vocazione per il monitoraggio della salute e lo sport ma poco le sue potenzialità nel campo dello shopping, in cui l’orologio di Cupertino potrebbe diventare una sorta di killer application.
Tutto questo dovrebbe poter avvenire grazie alla sinergia tra Apple e i pagamenti NFC – Near Field Communication – che permettono lo scambio di dati in modalità wireless tra due dispositivi ravvicinati, alla distanza di circa dieci centimetri l’uno dall’altro. Naturalmente resta il grande problema della sicurezza dei pagamenti, ma Cupertino replica che grazie alle nuove tecnologie le transazioni saranno effettuate in tutta sicurezza e nessun dato sensibile resterà nella memoria del dispositivo usato per il pagamento.
In questa scalata verso il successo, Apple si troverà a fronteggiare come competitor PayPal, il servizio di pagamenti online acquistato nel 2002 da eBay, ormai molto diffuso e utilizzato dai consumatori digitali. Infatti Anuj Nayar, senior director di PayPal, non si dice preoccupato da queste manovre, sebbene dopo l’annuncio di Apple, eBay abbia visto le sue azioni perdere il 3% a Wall Street.
Secondo competitor in lista è Amazon, sia per quanto riguarda i device che l’e-commerce. Il più grande negozio del mondo ha dichiarato guerra all’iPhone con il suo Fire Phone, che però non sembra aver registrato molto successo. Infine Google, che nel 2011 ha lanciato Wallet, il suo servizio di pagamento via smartphone ma a distanza di anni il sistema non è decollato, un po’ per la diffidenza dei consumatori e i dubbi sulla sicurezza e un po’ perché vincolato alla diffusione di questo servizio negli esercizi commerciali, vero ostacolo del mobile commerce.
Ma perché l’Apple pay dovrebbe funzionare se Google e Amazon hanno – almeno parzialmente – fallito? In effetti non c’è alcuna sicurezza sulla riuscita di questo sistema, forse l’unica strategia percorribile potrebbe essere quella di fornire con Apple Pay una serie di sconti e promozioni che spingano i consumatori a utilizzarlo per gli acquisti.