Baidu, motore di ricerca numero uno in Cina, coglie le nuove sfide del commercio elettronico e sferza un nuovo attacco a Google: Baidu, infatti, rileverà il 59% del capitale di Nuomi, un sito di vendite online specializzato negli acquisti di gruppo, attività molto diffusa nel continente cinese. Grazie a Nuomi è possibile approfittare di numerose offerte e di acquisti a prezzi scontati, si possono ordinare pasti, abbonamenti a giornali, biglietti per il cinema o  per i parchi giochi.

E’ così che Baidu, prontamente soprannominato “Google cinese”, vuole ritagliarsi uno spazio tutto suo anche nel mondo dell’e-commerce. Non si tratta di una copia “made in China” di Google, ribatte Nato Guo Yiguang, direttore della comunicazione di Baidu, ma di un motore di ricerca agguerrito che dà del filo da torcere alla società di Mountain View. Non solo perché in Cina il 71% delle ricerche passa attraverso di ricerca guidato da Guo (parliamo di oltre cinque milioni di operazioni al giorno), ma anche perché Baidu ha una tecnologia all’avanguardia. Qualche esempio delle innovazioni di Baidu?

Permette di fare ricerche partendo da una foto. “Se fotografi la copertina di un libro, ti indirizza alla pagina di quel libro su un bookstore, se fotografi un individuo cerca rispondenze nel web”, spiega Yiguang. E se scatti un’istantanea di un testo, Baidu lo traduce in cinese. Chi ricerca due città insieme, ottiene tra i primi risultati pagine sui mezzi di trasporto. Ma non è tutto. Le mire espansionistiche di Nato Guo Yiaguang non si limitano alla Cina, ma si rivolgono anche al Sud Est Asiatico, all’America Latina e all’Africa Orientale.

Con l’acquisizione di Nauomi, dunque, Google non avrà vita facile. Come tante altre società della web-economy. Prendete come esempio Wechat, l’applicazione di instant messaging che sta mettendo i bastoni tra le ruote a Whatsapp. Da dove arriva? Dalla Cina. Il peso specifico del Dragone nel cyberspazio è già notevole e destinato ad aumentare. Secondo dati dell’Economist, nel 2012 gli internauti cinesi erano 564 milioni e nel 2016 (ricerca Statista) saranno 700 milioni, più del doppio degli statunitensi.

Ultimo ma non meno importante tassello del puzzle è il mobile. E’ questo il grande gigante che può fare realmente la differenza. L’interesse di Baidu per Nuomi viene dal fatto che quest’ultimo è attivo negli strumenti mobile, che ormai rappresentano quasi un terzo delle operazioni. Gli utenti di smartphone che si collegano a Internet sono in continua crescita: in Cina sarebbero circa 450 milioni, pari a tre quarti di tutti gli utenti web. Il 62% accede alla rete su telefono cellulare utilizzando un motore di ricerca. E Baidu è proprio il primo motore su piattaforma mobile con il 38% del traffico.

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