Uno dei più grandi problemi di chi gestisce un e-commerce sono, senza dubbio, i carrelli abbandonati. È diventata pratica comune tra i potenziali consumatori aggiungere prodotti diversi al carrello, per poi abbandonarlo senza portare a termine nessun acquisto.
Secondo i dati dell’Istituto di Studi specializzato in eCommerce Baymard, il tasso di abbandono dei carrelli è infatti del 68,63%. Significa che 7 persone su 10 lasciano il negozio online prima di terminare il processo di acquisto. Un modo per ridurre questo fenomeno sono le campagne di richiamo automatizzate basate sull’invio di email.
In pratica, quando un utente, per qualche motivo, non completa il suo acquisto, riceve un’email di sollecito.
Secondo i dati gestiti da Blueknow, la società specializzata nell’ottimizzazione delle esperienze digitali, i settori con il più alto tasso di carrelli abbandonati sono quello telefonico (92%) e i negozi di giocattoli (86%) e per l’infanzia (83%). Va invece meglio nel settore dell’alimentazione, dove il tasso di abbandono è del 52%. La differenza in questo caso dipende dal fatto che tra i clienti c’è una maggiore fidelizzazione: quando entrano nell’ecommerce non lo fanno per curiosare ma per comprare.
Un alto numero di carrelli abbandonati durante il processo di acquisto può essere un’opportunità nel mondo del business digitale. Un buon consulente ecommerce dovrebbero sempre attuare una strategia di ripresa delle vendite perse attraverso, ad esempio, l’invio di mail o anche di sms.
Infatti, una volta applicata la strategia di recupero, il tasso di successo delle e-mail è piuttosto elevato, in particolar modo per il settore dei viaggi (66%), dei giocattoli (62%) e della moda (61%) . Molti altri settori registrano poi un tasso di conversione (click-purchase) di oltre il 30%, come accade ad esempio per gli alimentari, farmacia, sport, eventi, casa, motori, mercati, cartoleria, viaggi e profumeria.
Carrelli abbandonati: le cause
I motivi per cui un potenziale cliente decide di abbandonare il carrello possono essere diversi. Sempre secondo Blueknow i principali sono:
- Il prezzo è troppo alto
L’utente non finalizza l’acquisto perché non è disposto a spendere quella cifra oppure sta semplicemente valutando se ci sono altri costi nascosto come ad esempio quelli di spedizione. - L’utente sta solo confrontando i prezzi
Con la grande offerta e opportunità disponibili su internet, è probabile che l’utente stia semplicemente confrontando i prezzi, senza aver ancora deciso quale prodotto comprare - È impossibile terminare l’acquisto
Capita ad esempio quando l’utente inizia a consultare i prodotti degli e-commerce su uno smartphone ma decide di completare l’acquisto successivamente, magari da un computer dove è più semplice navigare o vedere i dettagli del prodotto. Oppure quando i sistemi di pagamento ecommerce sono troppo articolati e l’utente preferisce abbandonare la pagina. - L’acquisto avviene in più fasi
Questo approccio è molto comune soprattutto in settori come il cibo, dove i consumatori di solito impiegano in media tre o quattro giorni per terminare il loro carrello.