Anche se il mercato dell’arte è in flessione le vendite di arte online crescono. È quanto è emerso dal The Hiscox Online Art Trade Report 2016 che, con la collaborazione di ArtTactic, ha fotografato la situazione dell’e-commerce dell’arte a livello mondiale.
La vendita online di opere d’arte nel 2015 è cresciuta del 24% rispetto all’anno precedente, raggiungendo i 3,27 miliardi di dollari di ricavo. Un dato positivo ma con ancora parecchi margini di miglioramento.
In generale la riduzione del fatturato nel campo dell’arte va ricondotta alla crisi economica degli ultimi anni e alla diminuzione delle possibilità di investimento. Lo dimostrano anche i dati: negli acquisti online, nel 2015 si è registrato un calo del 2% dei nuovi acquirenti. La maggior parte sono collezionisti abituali, che già nel 2014 avevano acquistato online. È però interessante analizzare i risultati emersi dal The Hiscox Online Art Trade Report per capire quali sono gli interventi che potrebbero implementare le vendite online.
Intanto qual è l’identikit del collezionista online? Sicuramente giovane. Si registra una lieve flessione degli acquirenti under 35 (-3% rispetto al 2015) – anche questa imputabile alla crisi economica – ma la maggior parte di coloro che compra arte online rientra comunque in questa fascia di età, quella più incline all’utilizzo del web. Il 46% degli intervistati di età compresa tra i 18 e i 35 anni ha dichiarato di aver acquistato opere d’arte online e il 58% di questi ha fatto almeno due acquisti. Il 68% del campione, inoltre, prevede di compiere almeno un altro acquisto nel prossimo anno.
Vista anche la giovane età dell’acquirente medio, l’e-commerce d’arte riguarda soprattutto un mercato di fascia medio-bassa, dove la maggior parte delle quotazioni (il 73%) sono comprese tra i 100 e i 5000 dollari.
Gli intervistati dichiarano inoltre che nella fase di acquisto consultano spesso i social network. Il primo influencer è Instagram (65%), seguito da Facebook (60%) e Linkedin (28%). I pofili consultati prima di fare una scelta sono quelli dei musei (79%), delle gallerie (68%) e degli artisti (66%).
Sono dati che le gallerie tradizionali non dovrebbero trascurare. La presenza online, attraverso siti di e-commerce e profili social, è davvero un plus che può fare la differenza rispetto alla concorrenza.
Eppure le gallerie si stanno adeguando lentamente: solo il 28% tra quelle intervistate offre la possibilità di acquistare e pagare direttamente online. È un segnale ancora debole, soprattutto se si pensa che tra le gallerie che ancora non vendono online soltanto il 17% dichiara di volerlo fare nei prossimi 12 mesi.
Inoltre solo il 22% ha un proprio canale web o un’app dedicata. Il 26% si appoggia invece a piattaforme di altri partner e un restante 22% utilizza un canale misto (personale e di partner esterni). Gli spazi online in cui avviene la maggior parte delle compravendite sono i siti delle case d’aste. Spiccano Christie’s, la prima piattaforma al mondo con un fatturato di quasi 24 milioni di dollari, Artsy, Artnet, Sotheby’s BIDnow e Paddle8 che nell’ultimo anno è cresciuta del 100%.
Insomma, se il trend dell’e-commerce d’arte è positivo, rimangono alcuni limiti che ostacolano il commercio online: l’impossibilità di vedere le opere dal vivo per analizzare condizioni e valore e la mancanza di indicazioni riguardo la qualità delle opere. Come superare superare questi problemi? Con piccoli accorgimenti, come ad esempio la possibilità di restituire l’acquisto entro 30 giorni, nel caso in cui non si sia soddisfatti, oppure l’inserimento online del condition report, a garanza della qualità dell’opera.E poi è importante investire sulle infrastrutture online: le gallerie d’arte dovrebbero garantire un dialogo diretto tra loro e gli acquirenti online, offrendo applicazioni e spazi e-commerce propri, semplificando e velocizzando il processo di acquisto e prevedendo anche forum o luoghi di confronto in cui interagire con altri utenti.