L’Osservatorio Mobile marketing & service del Politecnico di Milano ha presentato ieri, 30 gennaio 2014, i risultati di un’interessante analisi riguardante la “rivoluzione mobile” nel nostro Paese: 37 milioni di smartphone, 27 milioni di navigatori online mobili, 75 minuti di connessione media giornaliera a Internet da telefonino o tablet, traffico sui siti Web proveniente da dispositivi mobili in crescita esponenziale. Questi i sorprendenti dati svelati dall’indagine, a conferma del fatto che gli italiani hanno abbracciato ormai in modo sempre più convinto il mobile. Proprio per questo motivo, osservano gli esperti, è necessario che il mobile interessi in modo sostanziale anche i processi aziendali relativi al marketing e alla relazione con il cliente.
Sono pronte le Aziende italiane ad abbracciare la rivoluzione mobile?
A giudicare dai dati, le Aziende si stanno muovendo sempre più in tal senso. Nel 2013 la spesa in servizi di mobile advertising ha raggiunto i 204 milioni di euro, con una crescita del 129% rispetto al 2012 e un’incidenza pari al 10% sul totale degli investimenti pubblicitari online. Ma il boom della pubblicità mobile sembra essere solo all’inizio.
Dati estremamente positivi che però vanno valutati come l’effetto di situazioni eterogenee: da un lato la crescita del mercato è sostanzialmente legata a Google e Facebook, che insieme rappresentano circa il 70% del totale e mostrano tassi di incremento a tre cifre. La maggioranza degli altri player (network di pubblicità, concessionarie, editori premium) registra sì una crescita a due cifre ma con numeri assoluti ancora molto limitati.
Cosa succede dal punto di vista della domanda?
Sono sempre più numerosi gli investitori che decidono di cogliere l’opportunità del mobile quale strumento pubblicitario, soprattutto qualora inserito in un mix comunicativo multipiattaforma. Ci sono però realtà, vedi qulle nate nel mondo digitale, che investono ormai cifre decisamente significative e big spender pubblicitari del mondo tradizionale che hanno iniziato a fare solo attività spot in orbita mobile, e con budget residuali. Il mobile, questa una chiave di lettura che emerge dall’Osservatorio, non rientra ancora di default nelle pianificazione media di una buona parte delle imprese italiane.
Sia dal punto di vista della domanda che dell’offerta, dunque, in Italia si registra un ritardo rispetto agli altri Paesi europei; secondo una recente classifica relativa all’utilizzo dell’e-commerce, il nostro Paese sarebbe al 25esimo posto su 28 paesi, seguita da Grecia, Bulgaria e Romania. I risultati emergono da uno studio realizzato dal Centro Studi di MMOne Group che ha preso in considerazione 12 indicatori Eurostat che fotografano i comportamenti di aziende e cittadini in Italia e all’Estero, sia per quanto riguarda l’attitudine all’acquisto e alla vendita di prodotti, che all’utilizzo di servizi come l’internet banking e il booking online. Basti considerare che in Italia, la quota di fatturato delle imprese derivante dalle vendite online è appena del 6%, contro il 15% dei paesi europei. Se in paesi quali la Svezia, il 74% degli utenti ha fatto almeno un acquisto online, in Italia tale percentuale scende al 17%, a riprova del fatto che nel nostro paese sono ancora scarse le strategie nazionali messe in atto per potenziare e valorizzare il commercio elettronico.