Nel mirino dell’UE sono 333 siti di e-commerce analizzati in un’indagine a tappeto condotta a giugno 2012 che ha coinvolto ventisei stati membri più Norvegia e Islanda. Scopo dell’Unione Europea è quello di vigilare affinché i siti di vendite online rispettino le policy europee in materia, su clausole contrattuali, diritto di recesso e informazioni societarie.
I dati non sono molto confortanti: 254 dei 333 siti presi in esame sono risultati non conformi alla normativa europea in materia d’e-commerce; in Italia, ben 7 siti sui 10 controllati sono stati “rimandati” perché non avrebbero rispettato le regole. Insomma, circa il 75% dei siti europei analizzati non sono a norma con le regole a tutela dei consumatori a causa delle troppe clausole contrattuali inique, pochissime informazioni sull’identità (e sui recapiti) del commerciante e perdita del diritto di recesso. La Comunità Europea sta procedendo a ulteriori verifiche ed esami: entro l’autunno 2013 si farà luce su queste criticità, che potrebbero portare a grosse sanzioni o addirittura alla chiusura obbligata dei siti web.
L’attenzione si è concentrata in modo particolare su quei siti di ecommerce che vendono servizi o software in download, come per esempio giochi, e-book, video o musica. Ecco un resoconto più dettagliato circa i risultati dell’indagine:
- il 69% dei siti e-commerce presi in considerazione è caratterizzato da clausole contrattuali inique: problematiche più ricorrenti sono le clausole che escludono la responsabilità del commerciante in caso di danni al computer dell’acquirente a seguito di un download, le clausole che ostacolano (o escludono) il diritto dei consumatori a cercare riparazione legale o altre forme di riparazione e infine le clausole che privano i consumatori del diritto di ricevere un nuovo prodotto o di chiedere il rimborso qualora il prodotto scaricato non funzionasse.
- Il 42% dei siti non riporta informazioni importanti di cui l’utente dovrebbe essere a conoscenza prima di effettuare il download di un prodotto: il consumatore perde il diritto di recesso dal contratto non appena lo scaricamento è iniziato con il suo consenso. Il che significa che il prodotto scaricato non può essere restituito.
- Il 36% dei siti non fornisce informazioni esaustive circa l’identità del venditore. Mancano indirizzi geografici, email per consentire all’acquirente di contattare il commerciante in caso di problemi.
- Il 73% dei siti controllati non fornisce informazioni riguardo le restrizioni geografiche: non è detto che i consumatori siano in grado di usare il contenuto digitale scaricato in un paese diverso da quello in cui risiedono e i commercianti dovrebbero informarli nel merito.
Altro tasto dolente dell’indagine condotta dalla Commissione Europea è quello relativo ai giochi per bambini: spesso spacciati per gratuiti, in realtà comportano – in una fase successiva – un pagamento: circa 9 su 10 siti web non informano gli utilizzatori sin dall’inizio sui costi addizionali.