Free-Trade-Zone-CinaMaggiore apertura dell’ecommerce cinese verso gli operatori stranieri: stando alle notizie riportate dall’agenzia ufficiale cinese Xinhua, il locale Ministero dell’Industria e dell’Information Technology avrebbe finalmente permesso alle società straniere di avviare attività di e-commerce di loro totale proprietà nella free trade zone di Shanghai, come parte di un progetto pilota.

La FTZ, inaugurata il 29 settembre del 2013, è un’area di 29 km quadrati nella quale è consentito alle istituzioni finanziarie estere di operare con una maggiore libertà rispetto al resto della Cina. All’interno della FTZ vi è un libero flusso di capitali esteri, è garantita la piena convertibilità della valuta nazionale, le aziende possono importare beni nella FTZ ed è consentito condurre business offshore per le banche cinesi qualificate.
Inoltre, su dichiarazione del Consiglio di Stato, nella FTZ è consentito investire liberamente nelle banche, società di trasporto, servizi d’intrattenimento, nelle aziende ospedaliere e assicurazioni che operano nella zona. A ciò si aggiunge un processo di snellimento burocratico che ha interessato variate attività, dal primo insediamento delle società straniere fino alle operazioni di fusione e scorporo.

Finora, infatti, per operare in joint-venture in questo mercato altamente competitivo era necessario avere un partner cinese.

Il progetto pilota prevede un percorso più facile per le realtà estere che vogliono entrare nel ring e lottare per una fetta di uno dei più grandi mercati dell’e-commerce al mondo. Sarà l’autorità per le telecomunicazioni di Shanghai a seguire il programma e gli investitori internazionali.

Dal lancio della free trade zone (FTZ) i politici cinesi hanno strombazzato riforme e una regolamentazione più blanda per ampliare il settore dell’e-commerce nel Paese, dominato da Alibaba Group Holding Ltd.

Negli ultimi anni i player stranieri delle vendite online hanno lottato per imporsi in Cina contro realtà come Alibaba e la numero due JD.com. Solo Amazon.com detiene una posizione in questo mercato, mentre eBay è fuoriuscita dal Paese nel 2006, dopo una lunga e dura battaglia con Alibaba.

Per contro, Alibaba ha fatto incursioni negli Stati Uniti, al fine di creare un link tra i merchant e i retailer americani e i consumatori cinesi. Di oggi anche la notizia che la società fondata da Jack Ma ha acquisito la quota di maggioranza dell’online marketing company AdChina, la più importante piattaforma tecnologica indipendente per il digital advertising nella Repubblica Popolare.

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