Nel nostro paese il tasso di conversione medio è pari all’1,6%. Stiamo parlando della percentuale di utenti che completano un acquisto. È un dato significativo per gli ecommerce in Italia: significa infatti che un’altissima percentuale di consumatori italiani abbandona il sito senza completare l’acquisto. Le motivazioni sono diverse e vanno rintracciate principalmente nella scarsa usabilità o nella mancanza di prodotti desiderati.

Consulenza ecommerce: i dati di Osservatori.net

Questo è quanto emerso da una ricerca effettuata da Osservatori Digital Innovation che ha studiato le diverse fasi del percorso del cliente, analizzando ogni singolo passaggio. Sono dati utili da considerare anche in fase di consulenza sul commercio elettronico.

Si scopre così che il 43,9% dei visitatori lascia la pagina di un sito di ecommerce in Italia solo pochi secondi dopo averlo aperto. Il 42,8% degli utenti, invece, abbandona il sito mentre sta navigando e cercando prodotti. Nella fase successiva, durante il check-out, l’11,7 % abbandona il carrello senza completare l’ordine d’acquisto. Ecco quindi che il tasso medio di conversione risulta quindi dell’1,6%.

Questo valore può variare, anche in modo significativo, a seconda della categoria di prodotto. Ad esempio, la consegna di cibo online o i prodotti acquistati nel settore dell’editoria hanno tassi di abbandono molto più bassi rispetto al turismo o all’elettronica di consumo. Anche gli ecommerce specializzati in vendite rapide tendono ad avere tassi di abbandono minori. Ed infine, il tasso di conversione sugli smartphone è inferiore a quello registrato per gli acquisti da desktop.

Lo studio ha anche rilevato che quest’anno gli ecommerce in Italia stanno investendo il 4% delle entrate online nella pubblicità. L’advertising online prevale nettamente su quella tradizionale. Il 77% degli investimenti è infatti rivolto all’adv sul web, mentre solo il 23% è utilizzato per tv, carta stampata e radio.

Negli ecommerce in Italia la spesa online per la pubblicità si concentra soprattutto sulle search (50% dell’investimento) e sulla pubblicità display (42%), ovvero in banner (19%), social media (20%) e video (3%). Il restante 8% è riservato all’email marketing.

Pin It on Pinterest