In tutto il mondo a segnare la crescita più rapida delle vendite online è l’abbigliamento: si tratta di un fenomeno da tenere sott’occhio, poiché ha portato una rinascita della vendita al dettaglio. Attraverso l’e-commerce del settore moda sono nati nuovi modelli di business, molti dei quali destinati a un grande successo.

Su Internet, attualmente, si contano oltre duemila siti in cui si vende abbigliamento e articoli di moda e il numero è destinato ad aumentare: secondo Gp Bullhoud, i portali di e-commerce settore fashion crescono vertiginosamente registrando un +126% di anno in anno.

Ma quali sono i portali che riescono a vendere con successo fashion online?

In testa è Yoox, il cui Ipo nel 2009 è stato valutato 217 milioni di euro; segue il gruppo di lusso svizzero Richemont, che nel 2010 (quando già possedeva il 29% di Net-a-Porter) ha acquisito il resto della compagnia da altri soci, in un affare valutato per circa 350 milioni di sterline. Ma non è tutto oro quello che luccica e non tutte le compagnie riescono a imporre modelli di business vincenti superando la concorrenza spietata. Perché?

Migliori modelli di business per l’online fashion

    • 1. E-commerce di filiera specializzato. “La combinazione di store reale e vendita online sono la chiave del successo per un marchio che vuole lasciare un segno anche nel futuro”: a dirlo è Frederic Corte, general partner di Advent Venture Partners. La maggior parte dei player che operano nel settore del fashion online sono realtà di business verticali e integrate. I margini di guadagno più alti li ha chi progetta, produce, commercializza e distribuisce i propri prodotti. Un esempio eccellente di questo connubio tra online ed offline è rappresentato dal brand di occhialeria Warby Parker, che ha un giro d’affari di 55 milioni di dollari. Dal 2010 ad oggi ha incrementato le vendite del 500% e alla fine è appordata dal fashion online a quello offline, aprendo due negozi reali a New York e a Boston.

 

    • 2. Be “Social”. La condivisione dei contenuti sui social network ha un importanza cruciale, in particolare nell’ambito moda. I consumatori sono ingaggiati e stimolati a scoprire nuovi contenuti oltre a liste di prodotti selezionati con cura da altri. L’e-commerce non è più solo sinonimo di prezzi abbordabili e varietà dell’offerta, ma deve essere anche in grado di emozionare e coinvolgere l’utente. Un esempio lampante? Il sito di social commerce The Fancy, che ha al suo attivo 7 milioni di utenti, per un giro di affari di quasi 6 milioni di dollari l’anno. Un altro esempio è Lyst, sito di social curation che conta 2 milioni di utenti attivi: lavora con oltre 500 affiliati e fattura 1 milione di dollari al mese.

 

    • 3. Consumo collaborativo. Si tratta di un modello che si sta diffondendo negli ultimi anni, in concomitanza con la difficile congiuntura economica; si basa sull’affitto di un bene invece che sull’acquisto. “Le donne noleggiano volentieri fashion online – sottolinea Jennifer Hyman Ceo di Rent the Runway -perché vogliono potersi vestire per piacere e per gioco. Non gli interessa il possesso”. Considerate che la Rent the Runway ha attirato oltre 3 milioni di iscritti, che affittano più di 10mila abiti ogni settimana.

 

  • 4. Sinergia tra acquirenti e venditori. I mercati virtuali devono puntare sull’indiscussa qualità del prodotto venduto e su una sinergia tra venditori e utenti, che devono colmare la mancanza di un contatto fisico e reale con la merce.

Come detto, il settore del fashion online cresce a vista d’occhio e i portali di moda proliferano. Ma per emergere in questo mare magnum non è sufficiente aprire un canale di vendita, ma occorre una pianificazione dell’esperienza di acquisto integrata, per costruire quello che possiamo chiamare un retail space di multi-shopping.

Se vuoi avviare un E-Commerce per la vendita on line della tua linea di abbigliamento o vuoi progettare un’esperienza di multi-shopping per il tuo brand e desideri approfondire il tema con un esperto, contattami senza impegno all’indirizzo info@lmlcompany.it.

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