Recentissima la notizia dell’acquisto, da parte di Google, della startup canadese BufferBox, specializzata nelle spedizioni. Una mossa strategica con cui l’azienda di Mountain View parte alla conquista dell’e-commerce, dichiarando guerra aperta ad Amazon, l’azienda leader del commercio online che appena pochi giorni fa aveva resi noti i suoi piani di espansione in Europa.
BufferBox offre una tipologia di servizio simile ad Amazon Locker, lanciato più di un anno fa, il quale permette di far spedire prodotti acquistati nello store dell’azienda a caselle postali automatizzate situate in molte città statunitensi. All’arrivo del prodotto nella casella, il cliente riceve un codice di sblocco, da digitare sulla casella stessa per ritirare l’acquisto. Pratico, veloce, sicuro: dopo una prima diffidenza iniziale, questo servizio si è affermato molto bene e ha ottenuto un ottimo riscontro; questo sistema – che prende il nome di parcel delivery – permette anche a chi è spesso fuori casa di ricevere comodamente e velocemente i prodotti ordinati online, non dovendo sottostare ad alcun orario di ufficio.
Pochissime differenze, dunque, tra i due servizi: rispetto a Locker, BufferBox può accettare pacchi provenienti da qualunque e-commerce (incluso Amazon), lasciando invariato il costo di spedizione, pur ottimizzando i tempi. Inoltre, il servizio, per il momento gratuito, sarà a pagamento da gennaio, anche se il costo non è ancora certo, si parla di un esborso tra i 3 ed i 4 dollari per spedizione. Di contro, però, le caselle sono disponibili in luoghi pubblici sempre aperti (per ora le stazioni di Metrolinx, l’azienda di trasporto pubblico dell’Ontario) permettendo di non dover sottostare ad alcun orario di ufficio. “Vogliamo rimuovere più attrito possibile dall’esperienza dell’acquisto online – afferma il team di Google – nel contempo, vogliamo aiutare i consumatori a risparmiare, e siamo convinti che il team di BufferBox abbiano ottime idee su come fare ciò”.
In effetti la startup canadese BufferBox si è distinta negli ultimi mesi come una delle più interessanti realtà del panorama del commercio elettronico: l’acquisizione da parte di Google non modificherà in alcun modo l’operato dell’azienda, la quale continuerà a lavorare in maniera autonoma seppure sotto il controllo del colosso californiano. Quest’ultimo ha confermato direttamente l’effettiva conclusione dell’affare, le cui cifre restano per il momento ignote. Fonti vicine al gruppo statunitense parlano tuttavia di oltre 17 milioni di dollari messi sul piatto da Google per assicurarsi uno dei nomi emergenti nel panorama delle startup operanti nel campo dell’industria digitale.
Dopo il lancio di Google Shopping lo scorso anno, dunque, l’azienda Mountain View non si ferma e continua la propria marcia verso la conquista del settore e-commerce: l’acquisizione di BufferBox potrebbe essere quindi un ulteriore tassello in un mosaico ben più ampio.