Che cos’è il Google Shopping Express? L’ultima novità in casa Big G si configura come un modello completamente diverso di e-commerce, con caratteristiche del tutto innovative. “Potete aspettarvi che ci spenderemo un sacco di soldi e siamo ansiosi di portare avanti questo investimento nel tempo“, ha commentato Tom Fallows, capo di Shopping Express. Suonano come una vaga dichiarazione di guerra ad Amazon, l’antagonista principale di Google nel settore e-commerce.
L'”everything store” fondato da Jeff Bezos, infatti, è ormai da anni il colosso di Seattle: è da lì che milioni di acquirenti passano ogni giorno per cercare e farsi spedire a casa (o scaricare, nel caso di e-book, musica, app e altri servizi digitali) qualsiasi tipologia di prodotto. Una centralità che toglie business pubblicitario online a Big G nel comparto e-shopping e che, a quanto pare, non può che essere riconquistata molto facilmente.
Google Shopping Express, infatti, non è il primo esperimento della Mountain View in quest’ambito: si pensi a Google Wallet, il sistema di pagamento via Nfc lanciato nel 2011, oppure a Google Offers per sconti e couponing, o ancora all’acquisizione, l’anno scorso, di Channel Intelligence, la piattaforma di eshopping usata da marchi come Target e Best Buy.
Ma in cosa consiste Google Shopping? Se il modello di e-commerce di Amazon è basato nell’immagazzinamento dei prodotti in colossali centri di distribuzione e nella loro successiva spedizione, la parola d’ordine di Google è invece intermediazione. Il servizio consente agli acquirenti di fare spese online dai negozi locali e da alcune catene nazionali proponendosi come intermediario: Big G prende in carico tutta la gestione della filiera, consegna porta a porta compresa e garantita nel giro del giorno stesso o, al massimo, di quello successivo.
Attualmente, il Google Shopping Express è allo stato embrionale, attivo a New York, West Los Angeles e San Francisco ma l’investimento appena svelato riguarda appunto un suo allargamento agli Stati Uniti e poi all’estero. Grazie a un’organizzazione leggera, meno costosa e che consentirebbe al chiavistello indiscusso delle ricerche online di strappare ai giganti come Amazon, eBay e al cinese Alibaba la leadership nel cosiddetto product search e nella ricca torta pubblicitaria su Google.com e, con la preventivabile espansione del servizio, nelle sue versioni internazionali.
Spero che i piccoli venditori possano pubblicizzare i loro prodotti su questo portale e fare da “fornitori” a Google…cosi magari mettiamo nel verso giusto il mercato online e mandiamo a quel paese Amazon, eBay!