hostingChe tu abbia deciso di aprire un sito e-commerce o un sito tradizionale, ti troverai alle prese con la spinosa questione dell’hosting: per essere visto in rete, infatti, ogni sito deve essere ospitato su un webhosting. Ma quale sarà il migliore? Quanto costerà? Quali opzioni devo scegliere?

Il numero dei provider, in effetti, è molto elevato e le opzioni che questi mettono a disposizione sono le più disparate; per sciogliere dunque i dubbi relativi a questo fondamentale tassello, bisogna rendersi conto esattamente di cosa sia un hosting e perché sia tanto importante averlo: siamo abituati a digitare il nome di un dominio nella barra indirizzi del browser e a vedere comparire, in brevissimi secondi, la pagina che stavamo cercando. Eppure, quest’operazione per noi banale e semplicissima è possibile grazie all’hosting, una sorta di “altro computer” più sofisticato rispetto a quelli che quotidianamente usiamo, caratterizzato da maggiori sistemi di sicurezza e prestazioni migliori. Internet dà a tutti la possibilità di “esserci” e farsi conoscere, sia che tu abbia un blog personale di svago, un sito d’informazione, un e-commerce e così via; questo è un ottimo fattore in ambito business, perché implica la possibilità per ogni azienda, di qualsiasi tipo e importanza, d’essere visibile agli occhi dei potenziali clienti: proprio questo rende necessario avere un sito che sia visibile e visitabile sempre, in ogni circostanza.

Ma tutti noi sappiamo bene che la rete presenta potenziali problemi, più comuni di quanto si possa immaginare, a partire dai cali di tensione, all’assenza di connettività, ai cracker e quant’altro. E qui entra in gioco l’hosting, fornito da un hosting provider che a sua volta è un’azienda che ha una webfarm, una struttura in cui ha installato decine di computer che prendono il nome di server. Il compito della webfarm è importantissimo perché essa protegge i server in ogni circostanza, per esempio sbalzi di tensione, assenza di corrente, intrusioni virtuali e non, possiede un sistema che mantiene costante l’umidità e la temperatura: in poche parole, è una “cassaforte” che protegge il tuo sito in ogni circostanza. I server nella webfarm sono connessi 24 ore su 24 con connessioni rapide e proprio questo garantisce al tuo sito la possibilità d’essere visitato da chiunque sia collegato a Internet.

Importante, quindi, ma quanto costa? Orientativamente, i costi vanno dai 50 Euro degli shared hosting ai 1000+ Euro dei dedicated hosting, ma si può fornire solo una risposta di massima, perché la concorrenza nel settore è tale da offrire al cliente offerte, promozioni e soluzioni pressoché infinite; inoltre i costi variano a seconda dei servizi aggiuntivi, la quota di spazio su disco, il sistema operativo che gestisce il server e molti altri.

Quindi il miglior approccio è capire, in maniera preliminare, che tipo di sistema operativo vogliamo usare: linux o windows? Open o closed source? Il prezzo, in base a questa scelta, varia sensibilmente: un Linux hosting, poichè è open source, costerà meno di un hosting con Windows hosting. Questo perché ai software open source, infatti, non sono legati costi di licenza, la manutenzione è meno costosa e la sicurezza è un fattore distintivo. I server Windows, invece, comportano l’acquisto di costose licenze e richiedono maggiore impegno nell’amministrazione e manutenzione del server.

Ma questa non è l’unica considerazione da fare: in che linguaggio è sviluppato il tuo sito? Se è scritto in PHP puoi scegliere indistintamente l’uno o l’altro sistema operativo; se è scritto in ASP dovrai necessariamente scegliere un Winodows hosting. Quindi in relazione alla soluzione di ecommerce che stai valutando dovrai di conseguenza scegliere il sistema operativo del tuo piano di hosting.

Fatto ciò, bisogna valutare la tipologia di hosting idonea alle proprie esigenze: shared hosting, virtual hosting o dedicated hosting? Uno shared hosting viene condiviso da più siti (in numero variabile, possono essere 10 come possono essere 100 o anche di più) a differenza della tecnologia di virtualizzazione che, invece, permette di separare in compartimenti stagni i vari hosting virtuali e di farli funzionare indipendentemente l’uno dall’altro (ma, di fatto, utilizzano lo stesso hardware e le stesse risorse di rete). Infine un server dedicato, lo dice la definizione stessa, è un computer tuo sul quale ci sono solo i tuoi siti.

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