Ecommerce-Italia-DatiContinuano a crescere i numeri relativi all’e-commerce: sono entusiasmanti i resoconti del “Netcomm e-commerce forum 2012“, dove si prospetta per dicembre una crescita dell’18% ed un fatturato che si aggirerebbe intorno ai 9,5 miliardi di euro. La ricerca però mette in risalto anche un altro fattore: solo il 4% delle pmi – fino ed ora – ha venduto i propri prodotti on line.

Ma allora qual è il tallone d’Achille che ancora tarpa le ali al decollo definitivo dell’e-commerce? La causa non sono soltanto legate alla rete italiana e alla sua scarsa rapidità, ma anche e soprattutto una cultura del digitale non ancora veramente matura; oltre al fatto che in periodo di crisi, è comprensibile avere dei timori o delle difficoltà oggettive per fare un concreto investimento. Nonostante tutto, in tempi come questi,  se si vuol guardare in prospettiva, bisognerà per forza tener conto del fattore internet, guardando necessariamente ai mercati esteri.

Uno studio molto interessante, uscito nel marzo di quest’anno, “Globalizing Ecommerce: What Retailers Need to Know About Entering Foreign Markets”, si dichiarava come alcuni rivenditori statunitensi avessero cominciato a vendere online a livello internazionale dopo aver visto una notevole quantità di traffico sul sito proveniente dall’estero.

Numerose aziende statunitensi hanno per ora terreno fertile soprattutto nelle nazioni con affinità linguistiche e culturali (es. UK, Canada e Australia), senza però escludere di poter incrementare tale sviluppo anche nei paesi non ancora presi in considerazione. Questa dose di ottimismo, oltre che dal riscontro di un ROI positivo, è stimolato anche dalle mosse che stanno effettuando i paesi del BRICS che da quanto risulta, credono molto nell’e-commerce.

Importante è anche lo studio della BIGresearch, intitolato “What Consumers Want Web Sites to Remember About Them”, nel quale si evidenziano i sei punti salienti per chi vuol comunicare il proprio business con un portale di e-commerce:

1.Riconoscimento lingua di origine quando si approda su un portale
2. Login automatico  del cliente
3.Riconoscimento  locale dell’utente
4.Mantenimento  carrello con la possibilità di memorizzare i prodotti inseriti durante l’ultima visita.
5.Segnalazione di nuovi prodotti ed eventi in base alle preferenze date in fase di registrazione
6.Revisione degli articoli visti l’ultima volta che si è avuto accesso al sito.

Si tratta di sei pilastri da tenere sempre a mente quando si pianifica il proprio portale di e-commerce; naturalmente il nostro compito non finisce qui, perché è altrettanto indispensabile ricordare che oltre ad un sito ben fatto, c’è sempre bisogno di un’adeguata e costante attività di media e social media marketing; ed in questo caso risulterà fondamentale affidarsi ad un buon consulente e-commerce d’esperienza o ad una vera agenzia di comunicazione.

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