Si è tenuto venerdì 24 gennaio a Milano l’evento “Fashiononline“, organizzato dallo studio legale internazionale DLA Piper. Hanno preso parte all’evento numerosi professionisti del settore legale, operatori del settore fashion, esperti di moda, analisti e blogger per intervenire circa i nuovi trend del settore e le interazioni tra il mercato della moda e le tecnologie emergenti.
Il meeting suddiviso in due sezioni – Tech & Legal e Blog & Industry – entrambe dedicate ad analizzare i cambiamenti ed i trend del settore, si è aperto con un’interessante ricerca dell’Osservatorio eCommerce B2C della School of Management del Politecnico di Milano, relativo all’andamento del mercato e-fashion in Italia. Successivamente esperti italiani, inglesi, statunitensi, francesi e cinesi di DLA Piper si sono confrontati in un panel dedicato all’e-commerce, alle wearable technologies ed ai blog.
Interessante l’intervista a Giangiacomo Olivi, responsabile del dipartimento IP&T (Intellectual Property & Technology) di DLA Piper Italia, che ha spiegato le motivazioni del convegno. “Il settore sta cambiando. Se avessimo organizzato questo convegno anche solo qualche mese fa avremmo parlato delle solite cose: dei social media, della tutela del brand online. Il mondo è cambiato. Anche eCommerce è un concetto vecchio. Ci sono nuove piattaforme. In realtà si parla di Connective Commerce creando così un’integrazione tra la parte virtuale e i punti vendita. Inoltre nel nostro convegno ci sono anche esperti di dati personali perché cambiano i processi, la gestione dei prodotti e dei dati. Ci sono cambiamenti veramente epocali. Anche solo nell’eCommerce la competizione era sul margine. Ora non conta piu’ il margine. I principali soggetti sono in difficoltà perché ci sono competitor che non concorrono sulla riduzione del margine (perché il margine non c’è) e invece guadagnano sulla pubblicità. In più i contenuti branded sembrano prevalere rispetto alla pubblicità tradizionale e un altro cambiamento straordinario è che anche le aziende diventano editori esse stesse e cambia il modo di comunicare e di relazionarsi con i clienti“.
E per quanto riguarda l’Italia? Anche su questa tematica, Olivi risponde in modo dettagliato e innovativo. Il nostro Paese ha un prestigio straordinario, ma sarebbe opportuno che anche da noi si facesse sistema e ci fosse maggiore conoscenza sia delle dinamiche regolamentari e di mercati. Secondo Olivi la questione centrale è quella di fare sistema: “Siamo uno dei paesi più straordinari in questo campo. Siamo ancora in tempo. Non vorrei che poi, soprattutto nel mondo on-line e delle nuove tecnologie, altri soggetti iniziassero a minare il primato nella moda e nel design”.
Ancora, una considerazione sui tassi di crescita, in particolare quelli relativi al mobile commerce che nel resto del mondo fanno registrare un incremento del 350%. In quest’ambito, ammette Olivi, in Italia siamo ancora un passo indietro. “Il mobile commerce in Italia è ancora molto basso. In Cina, invece, è già elevato. Dobbiamo muoverci perché il mercato cinese lo possiamo conquistare anche da qui. Però bisogna essere in prima linea e all’avanguardia in termini di tecnologie, ma anche di prodotto“.