ecommerce-italia-2013Tra crisi e bilanci in deficit, il mese di gennaio 2013 ha registrato un saldo commerciale – seppure negativo (- 1,6 miliardi) – in forte miglioramento rispetto all chiusura del 2012. Segno che in Italia il commercio sta cambiando e che, nonostante le previsioni poco rosee per il futuro, i trend futuri fanno sperare quantomeno in un’apertura verso nuovi orizzonti economici.

Come nel resto dei paesi occidentali, anche in Italia il sistema distributivo evidenzia un rapido cambiamento nelle modalità e luoghi di acquisto. Infatti, nell’ultimo decennio, si è assistito alla crescita esponenziale della GDO che è passata da una quota di mercato del 46% nel 2000 al 53% del 2011 erodendo quote importanti di fatturato dai negozi tradizionali scesi da 83,49 a 65,91 miliardi di euro annui.

Cos’è cambiato nel modo di fare la spesa degli italiani?

Resiste la GDO: Nel 2011 la grande distribuzione rimane sostanzialmente stabile perdendo solo un 1 punto percentuale di quota di mercato solo grazie al settore alimentare che ha supplito ad una riduzione di 2,5 miliardi di euro del settore NO FOOD.

Gli ambulanti immobili: in un contesto di profondi cambiamenti l’unico canale che sembra immutato è quello degli ambulanti costanti al 12% di market share. Crisi o non crisi, evoluzione digitale o meno il fatturato complessivo è sempre costante intorno a 27 miliardi di euro.

Declino dei negozi tradizionali: La piccola distribuzione anche nel 2011 perde 1 punto di quota di mercato come nel 2010 dopo che tra il 2000 e il 2009 erano letteralmente crollati dal 42% al 29%.

La crescita dell’e-commerce

A discapito dei negozi tradizionali, è indiscutibile lo sviluppo dell’e-commerce anche in un contesto poco dinamico quale quello italiano; la crisi economica e l’importanza della leva prezzo anche in presenza di operatori commerciali non particolarmente attivi sta progressivamente spingendo tutti clienti e commercianti verso le vendite online. Paradossalmente sembra esserci un bisogno da parte dei clienti che il sistema distributivo non riesce a cogliere appieno per arretratezza culturale, paura d’investire e una visione imprenditoriale rivolta al breve più che al medio/lungo termine.

l numero sempre più limitato di clienti che entrano in un negozio anche solo per chiedere informazioni da un lato e i casi di successo che alcuni store online riescono a registrare stanno facendo crescere l’interesse degli operatori del commercio tradizionale sia del settore al dettaglio che all’ingrosso.

Una prima valutazione quasi d’obbligo per chi ha già un negozio fisico riguarda l’offerta dei prodotti che si vuole proporre in rete. Per analisi di fattibilità sull’apertura di uno store online potete contattarmi senza impegno all’indirizzo e-mail info@lmlcompany.it. Analizzeremo insieme le sfide e le opportunità offerte dall’e-business.

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