Dopo la presentazione del Rapporto McKinsey, “L’impatto di Internet sull’economia francese“, finanziato in gran parte da Google, gli operatori di Internet hanno chiesto al governo francese un piano urgente a sostegno dell’economia digitale.
Succede perché, secondo lo studio contenuto nel citato report, la filiera internet ha dato lavoro a 700 mila persone in 15 anni e ha contribuito nel 2010 con 72 miliardi di euro al PIL francese, vale a dire al 25% del suo sviluppo.

McKinsey ha messo a punto un indicatore che misura la “connettività Internet” della Francia in un confronto con gli altri paesi dell’OSCE.
In base all’indice, che prende in considerazione l’utilizzo di Internet (personale, professionale e amministrativo), la qualità delle infrastrutture e il livello di penetrazione, e la spesa su Internet (pubblicità, e-commerce), nella classifica dell’OECD (Organisation for Economic Co-operation and Development), la Francia risulta 17esima su 34 Paesi, posizionandosi così molto dietro rispetto ai Paesi Bassi (3a), alla Gran Bretagna (4a) e alla Germania (13a). La spiegazione è rintracciabile nella quota insufficiente di investimenti stanziati per il settore da parte del pubblico e nello scarso uso della rete da parte dei soggetti individuali, della Pubblica Amministrazione e delle PMI francesi, soprattutto se si considera che solo il 47% di quest’ultime ha un sito web, rispetto all’80% degli omologhi britannici. Il Regno Unito si distingue ad esempio per i forti investimenti nel settore provenienti sia dal pubblico che dal privato, mentre la Svezia, che si è conquistata il primo posto, presenta un avanzato programma di e-government. Altro modello è la Corea del Sud, che nel 2000 ha lanciato un programma di formazione Internet rivolto a 10 milioni di persone.

Per quanto riguarda la Francia, secondo McKinsey, esiste la possibilità di un miglioramento capace di far fruttare al massimo le potenzialità dell’economia digitale, come accade in paesi modello come USA e Giappone. McKinsey stima infatti un aumento del PIL francese legato a Internet del 13% l’anno, per arrivare a 129 miliardi di euro nel 2015, vale a dire circa il 5,5% del PIL, contro l’attuale 3,2%. La condizione però è che la Francia lanci un’autentica politica di sviluppo del digitale.
Nel rapporto ci sono infatti tre importanti raccomandazioni da seguire:

– Rafforzare l’uso delle infrastrutture

– Creare un ambiente favorevole allo sviluppo del settore produttivo

– Migliorare l’adozione della tecnologia nelle PMI e ridurre il digital divide regionale

Internet è un vero e proprio veicolo per la creazione di valore, indispensabile per rilanciare l’economia francese. Gli operatori del settore ne sono perfettamente consapevoli e hanno quindi chiesto con grande determinazione che lo Stato adotti misure concrete e provveda ad investire.

Se la Francia sta dimostrando che Internet sta aiutando l’economia locale, purtroppo in Italia questo non sta avvenendo.

Una delle maggiori difficoltà che LML COMPANY incontra ogni giorno è lo scoglio culturale all’e-commerce. La necessità di cambiare approccio ed aprirsi alla multicanalità è latente, ma alla prova dei fatti sono molto pochi gli imprenditori avveduti che stanno ampliando i canali di vendita affiancando l’e-commerce a quelli tradizionali.

www3.weforum.org/docs/WEF_GITR_Report_2010.pdf

 

 

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