Gli italiani sono tra i più attivi utilizzatori di smartphone, cellulari posseduti da 15 milioni di cittadini, utilizzati da 10 milioni per navigare sul web e da 450.000 per fare acquisti.

Emerge dal rapporto pubblicato da Boston Consulting e Google, in cui è stato analizzato lo stato e l’utilizzo della rete a livello internazionale.

In Italia, Internet funziona e la e-ecomomy aiuta le aziende a guadagnare, crescere e superare la crisi.
Allo stesso tempo però, se s’inserisce l’Italia in un confronto con gli altri paesi membri dell’Ocse, i risultati non sono molto incoraggianti.
Se si guarda infatti all’Indice di intensità Internet creato dalla Boston Consulting sulla base di specifici parametri (diffusione della banda larga, spese per acquisti e pubblicità online e livello di attività delle imprese, delle istituzioni e dei consumatori che usano Internet), all’Italia spetta il penultimo posto tra i paesi dell’Ocse, in una classifica che vede la prima posizione conquistata dalla Danimarca e l’ultima dalla Grecia.

Se invece si considera il nostro paese isolatamente, emerge con evidenza un netto miglioramento rispetto al passato.
La fine del 2010 ha visto infatti Internet consolidarsi come fattore propulsivo dell’economia, tanto che la nostra Internet economy è stata quantificata in 31,6 miliardi di euro nello scorso anno da Boston Consulting e Google. Si tratta di un valore pari al 2% del Pil (+10% rispetto al 2009) e abbastanza considerevole se si pensa che l’agricoltura vale il 2,3% del prodotto interno lordo. Effettuando nuovamente una comparazione però, l’entusiasmo cala e il nostro 2% risulta misero rispetto al 7,2% britannico e al 7,3% danese.

Guardando al futuro, il rapporto prevede che con una crescita annua attesa fra il 13% e il 18% dal 2009 al 2015, l’Internet economy italiana rappresenterà nel 2015 fra il 3,3% e il 4,3% del Pil, cioè fra i 59 e i 77 miliardi di euro.

La strada da percorrere è lunga, ma i vantaggi derivanti dall’utilizzo di Internet sono sicuramente vantaggiosi in termini economici.

Un esempio è dato dalle piccole e medie imprese. Negli ultimi tre anni infatti, le Pim italiane attive nel marketing o nella vendita in rete hanno registrato una crescita media dei ricavi dell’1,2%. Sembra poco, ma in realtà rappresenta un bel successo, perché è avvenuto proprio nel triennio della crisi economica.
Il dato acquista sempre più valore se lo si compara alle esperienze delle imprese che non hanno saputo trarre benefici dall’utilizzo della rete. Quelle che infatti sono online solo un sito web, nello stesso arco di tempo hanno visto il giro d’affari calare del 2,4% e quelle che non hanno neanche un sito si sono contratte del 4,5%. Stessa situazione e risultati ancora più alti, se ci si sposta nell’export. Le Pim più attive in Internet hanno aumentato le vendite all’estero del 15%, le mediamente attive dell’8% e quelle estranee al web solo del 4%.

L’intera analisi ci dimostra quanto sia fondamentale ormai il ruolo del web nella crescita economica e quanto abbiamo da apprendere dagli altri paesi che hanno investito in questo e continuano a farlo. Il web è importante per il futuro e gli imprenditori devono sicuramente osare di più.

(Via www3.lastampa.it)

 

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