Il prossimo 23 giugno, il Parlamento Europeo si appresta ad approvare la nuova normativa UE sull’e-commerce.

Dopo il dissenso espresso dalle organizzazioni del commercio elettronico in Europa, sembra che adesso legislatori, rappresentanti delle imprese e consumatori siano giunti ad un accordo sulla Direttiva UE sui Diritti dei Consumatori. Il compromesso è stato ufficializzato la scorsa settimana dal comitato per il mercato interno (IMCO) e nel giro di pochi giorni saranno approvate le misure che gli Stati membri sono tenuti ad applicare entro 2 anni.

Il tempo per esercitare il diritto di recesso, uno dei punti più importanti tra quelli trattati, è stato raddoppiato, passando da 7 a 14 giorni.
Con l’esclusione di prodotti digitali, il recesso senza motivo di un qualsiasi bene potrà essere richiesto entro 14 giorni dall’acquisto con l’obbligo del venditore di rimborsare il denaro entro 14 giorni dall’avvio della procedura. Se le informazioni inerenti la procedura che sono riportate sul sito sono insufficienti, il consumatore potrà godere invece di un diritto di recesso di 12 mesi. I costi di spedizione per la restituzione del bene saranno però a carico del consumatore, ma dovranno essere segnalati nella fase del pre-acquisto.

Se si guarda all’attuale normativa italiana in tema di recesso applicato all’e-commerce, le differenze emergono subito. In linea generale, la normativa italiana prevede infatti che il consumatore che acquista online da un professionista può recedere, senza alcuna penalità e senza specificarne il motivo, entro 10 giorni lavorativi dal ricevimento del bene. Il professionista deve quindi rimborsare le somme versate dal consumatore, comprese quelle di caparra, mentre il rimborso deve avvenire gratuitamente e in ogni caso entro trenta giorni dalla data in cui il professionista è venuto a conoscenza dell’esercizio del diritto di recesso da parte del consumatore.

Tra le altre novità introdotte dalla nuova normativa europea, per quanto riguarda i tempi di consegna è stato fissato un limite temporale di 30 giorni, entro i quali dovranno pervenire i beni ordinati. In caso contrario, il consumatore potrà annullare l’acquisto. Il venditore inoltre sarà anche responsabile di ogni eventuale danno o perdita del bene avvenuti durante la consegna.

I venditori non potranno più inserire voci di acquisto (accessorie) obbligatorie e non potranno neanche far pagare di più le transazioni effettuate con carta di credito. Dovranno inoltre attivare servizi telefonici di assistenza, garantendo un prezzo di mercato.

Il relatore del Parlamento, Andreas Schwab, sostiene che l’accordo raggiunto sarà vantaggioso sia per i consumatori che per le imprese. Ritiene inoltre che costituisca un considerevole passo avanti per il raggiungimento di un mercato interno comune in Europa.

Senza dubbio, la nuova normativa rafforza la protezione dei diritti del consumatore e obbliga alla chiarezza i commercianti, che devono informare i consumatori sul prezzo totale del bene acquistato. Il bene in questione, deve inoltre corrispondere perfettamente, per caratteristiche e costo, a quanto l’acquirente effettivamente desidera.

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