E’ di pochi la notizia che il gruppo Richemont, società a cui fanno capo i marchi Cartier, IWC, Montblanc e VanCleef&Arpel ha concluso l’acquisizione del sito net-a-porter-com, di cui già deteneva una importante quota. In Italia Yoox si è quotata in Borsa.
Tutti segnali che evidenziano un grosso fermento nel settore della moda in chiave web.
Finora erano molti gli scettici verso l’e-commerce nel settore del lusso e dell’abbigliamento-moda, per non parlare del settore calzaturiero, che decretavano che i consumatori non avrebbero mai acquistato online.
I consumatori soprattutto i giovani hanno decretato invece il successo del e-commerce al punto che il colosso delle aste online, E-bay ha inaugurato una sezione dedicata al fashion.
Gli operatori del Made In Italy adesso dovranno rincorrere i propri competitors nel delineare una strategia per il web. Un conto è aprire al commercio elettronico, un altro è quello di delineare una linea guida per il canale internet, che coabiti senza conflitti di canale, sia culturale che economiche con l’esistente.
L’attuale distribuzione si appoggia infatti nella maggior parte a dettaglianti multimarca, che stanno soffrendo la concorrenza delle catene specializzate e dei deparment store.
Se la competizione si sposta, come è ovvio per un prodotto Made in Italy all’estero, è evidente che la strategia da delineare per il web è ancora più delicata e le scelte andranno ponderate con attenzione da parte degli imprenditori, fino avvezzi ad usare il sito come un biglietto da visita, una vetrina in cui pubblicare il catalogo, ma non ancora come uno strumento di vendita, di gestione di relazioni commerciali e soprattutto quale artefice della strategia di internazionalizzazione.
I prossimi mesi saranno cruciali perchè molte aziende dovranno affrontare il tema e non è difficile prevedere uno scontro generazionale tra gli imprenditori attuali e la generazione successiva, che sta spingendo verso l’utilizzo del web.