Le PMI italiane sembrano non aver ancora colto del tutto le potenzialità del web e le possibilità di incremento del proprio business grazie al canale elettronico supportato dall’adeguata consulenza e-commerce. I dati in merito mostrano come solo il 63% delle PMI italiane dispone di un sito Web e sono solo il 27% le imprese di piccole e medie dimensioni che acquistano online e ancor meno, il 5,4%,
quelle che vendono via Internet ed hanno un E-commerce.
L’indagine relativa alle Information and Comunication Technology è stata condotta dall’Istat e presenta un bilancio piuttosto controverso: se da un lato, infatti, Internet e il Web sono un dato di fatto nelle aziende ormai da tempo assodato, dall’altro si assiste ancora a una certa inerzia nell’utilizzo a 360 gradi delle nuove tecnologie.
Vediamo nel dettaglio qualche caso concreto. Un dato interessante deriva dalla Pubblica
Amministrazione: il 65% delle imprese ha fatto uso di servizi offerti sul Web dalla PA, il 39% ha inviato alla PA moduli compilati online (quali contributi dei dipendenti, reddito d’impresa, IVA, documenti doganali). Ma, a dispetto di tutto ciò, meno del 15% adotta la fatturazione elettronica in un formato che ne consenta il trattamento automatico dei dati. Sembra quasi che le imprese si siano attrezzando o siano in fase di sistemazione, ma senza aver ancora compreso le potenzialità dell’ICT.
E per quanto riguarda l’e-commerce? La situazione non è particolarmente rosea nemmeno in questo campo: il commercio elettronico è in uso in 3 imprese su 10. Ma, come ho già accennato, il 5,4% vende online i propri prodotti per un
giro d’affari dai volumi veramente ridotti (il 5% del fatturato totale).
Rimane dunque notevole il gap tra le grandi corporation e le imprese di più piccole dimensioni: secondo l’Istat, il divario nell’uso delle nuove tecnologie è nell’ordine del 30% per attività quali l’utilizzo del 3G per l’accesso a Internet, l’invio online alla PA di moduli compilati, la conclusione via Internet di intere procedure amministrative, l’ecommerce, l’utilizzo di software di collaboration.
Il discorso non cambia neanche per quanto riguarda la visibilità “virtuale” garantita da un sito che permetta all’azienda di raggiungere un target differenziato: secondo l’analisi, infatti, nelle imprese con un numero di dipendenti superiori ai 250, è quasi sempre presente una home page aziendale (in circa il 90% dei casi); ma questa percentuale è
destinata a scendere in maniera direttamente proporzionale rispetto al numero dei dipendenti: nelle imprese con circa 60 dipendenti o meno, il sito aziendale è presente nel 60% dei casi.
Ma come viene usato il sito? Solitamente il servizio offerto all’utente è quello di catalogo
e listino prezzi (33%). Il 13,5% dei siti dà al visitatore la possibilità di effettuare ordine online e solo il 6,1% permette di tracciare via Internet l’ordine. Permane ancora in molti casi il concetto di sito vetrina “statica”, nella quale l’utente può farsi un’idea dei prodotti e servizi offerti, ma in molti casi non può usufruirne.
Una nota positiva in tutto questo? Lo spirito “green” che accomuna tanto le grandi aziende quanto le piccole e medie imprese che mostrano una grande sensibilità verso le tematiche di Green ICT: il 47% ha dichiarato di aver adottato iniziative per ridurre il consumo energetico dei dispositivi ICT o pratiche che permettono di ridurre i consumi di energia nei processi aziendali. Le più virtuose? Quelle del settore ICT (62% dei casi), seguite da energia (59%) e manufacturing (47%).