Qual è il futuro del web marketing? E’ questo il quesito che Jay Baer – content marketing manager e consulente Social Media – si pone nel suo recente libro, “Youtility. Why Smart Marketing is About Help Not Hype”. Ovvero, perché il marketing ha a che fare non tanto con la promozione, quanto con l’aiuto che offre al consumatore.
In un contesto ormai completamente cambiato in seguito all’introduzione dei social media – che hanno radicalmente trasformato il rapporto tra brand e consumatore – la domanda che un’Azienda attiva sul web dovrebbe porsi non è “come aumentare le vendite” ma “come aiutare i miei clienti”. Nel suo libro, Baer individua tre azioni fondamentali che ogni azienda dovrebbe mettere in pratica per costruire una solida e leale relazione con la propria base customer e acquisire un’identità distintiva rispetto alla concorrenza: fornire informazioni accurate su prodotti e servizi attraverso il proprio sito web, dialogare costantemente (e in tempo reale) attraverso i Social Media e infine offrire consigli e suggerimenti che possano rivelarsi interessanti e di aiuto significativo per la propria audience di riferimento.
Informare, dialogare e aiutare il cliente, questi i tre capisaldi dell’approccio help-not-hype dell’autore. Come egli stesso scrive, la differenza tra la parola “helping” e la parola “selling” è di sole due lettere, ma è proprio questo piccolo dettaglio a fare la differenza. E aggiunge: “Vendete qualcosa e vi sarete fatti un cliente. Aiutate qualcuno e vi sarete fatti un cliente a vita“. Insomma, ne sono cambiate di cose dai tempi del “product marketing“, quell’ormai lontano e desueto marketing del prodotto che vedeva una relazione verticale e unidirezionale dall’azienda al cliente.
La crescente attenzione ai bisogni del cliente ha generato in coloro che si occupano di marketing e vendita una maggiore necessità di segmentazione e profilazione del clinete, tipica del cosiddetto marketing 2.0, il customer marketing: le aziende hanno potuto instaurare relazioni più dirette con i consumatori, grazie ai feedback resi possibili da comunicazioni bidirezionali, e oltre ai bisogni espliciti e razionali il marketing ha potuto prendere in carico anche i bisogni impliciti dei consumatori attraverso campagne di marketing emozionale ed esperienziale e di brand.
Bear estende ulteriormente questo concetto e, attraverso un linguaggio semplice e ricco di esempi illustrativi, fornisce una vasta gamma di case history che dimostrano quanto la cultura di servizio – intesa nel senso lato – possa concretamente aiutare un brand a crescere e a consolidare tanto la fidelizzazione dei clienti quanto la stessa autorevolezza di ogni azienda. La differenza consiste proprio nella capacità di elaborare contenuti rilevanti, capaci di generare engagement, con una logica trans-mediale in grado di adeguarsi ai più vasti contenitori – in primis i Social Media. I risultati di un simile approccio si vedono nel lungo periodo ma non si può sottovalutare l’impatto in termini di ROI di una politica aziendale fondata su relazioni e conversazioni, sulla fiducia e trasparenza, sulla focalizzazione sulle aspettative e i bisogni del cliente, anziché sui meri obiettivi di vendita.
Ora sta alle Aziende italiane presenti e attive sul web saper cogliere questa sfida, sviluppando un piano di marketing che abbia come fine non solo la promozione, ma anche una solida cultura di servizio direzionata al cliente. Se sei interessato a discutere del tuo progetto di e-business e di web marketing, scrivimi senza impegno all’indirizzo email info@lmlcompany.it .