Su uno scenario di crisi economica, il commercio elettronico rappresenta un barlume di speranza: lo sa bene l’Unione Europea che, dopo un’attenta analisi delle ragioni che ostacolano lo sviluppo del settore digitale, ha avviato una serie di iniziative volte da un lato a individuare gli ostacoli ancora esistenti e dall’altro a progettare le possibili linee d’azione per arginarli.
Lo scopo prefissato è quello di raddoppiare entro il 2015 l’impatto di Internet sul PIL europeo, che ad oggi è pari a circa il 3%. Ancora meglio si farebbe se si raggiungesse l’obiettivo di aumentare la portata dell’economia virtuale dal misero 3% attuale al 15%. Un valore di 200 miliardi di euro, pari quasi a 400 euro per singolo cittadino comunitario.
“Considerate le difficili circostanze che l’Europa sta affrontando, dobbiamo sfruttare tutte le fonti di possibili nuove attività e di creazione di occupazione. Il piano d’azione che presentiamo creerà nuove opportunità per i cittadini e le aziende e darà all’Europa la crescita e l’occupazione di cui ha urgente bisogno”, ha detto Neelie Kroes, Commissario all’Agenda digitale.
Ma quali sono gli ostacoli che fino a oggi hanno soffocato lo sviluppo dell’economia Internet europea? Eccoli, in sintesi:
- Inadeguatezza della copertura giuridica dei servizi intra-comunitari;
- Carenza di informazione per gli operatori e di sicurezza per gli utenti;
- Inadeguatezza dei sistemi di pagamento e di spedizione;
- Proliferazione di casi di abuso e conseguenti dispute difficili da comporre;
- Insufficiente uso di network ad alta velocità e di soluzioni hi-tech.
Insomma, anche se il quadro non è completo, a quanto pare gli italiani non si fidano ancora tanto degli acquisti su Internet, per quanto li ritengano una forma pratica e spesso vantaggiosa. E’ per questo che l’UE ha dichiarato che la priorità è quella di potenziare i servizi di tutela dei consumatori e al contempo aumentare la trasparenza degli operatori; nel mirino sono anche i sistemi di pagamento e di spedizione, spesso i veri motivi che portano gli utenti a desistere da un acquisto online. Il tutto in un quadro tecnologico più avanzato e funzionante, con un network in grado di fornire risposte veloci e affidabili.
Questi alcuni dei punti trascritti nel piano, che è stato presentato l’11 Gennaio a Brussels da Neelie Kroes, Commissario all’Agenda Digitale, Michel Barnier, Commissario al Mercato interno, e John Dallì, Commissario ai Consumatori. La Comunicazione, contenuta in un documento di poco meno di 20 pagine, espone le cinque principali priorità su cui l’UE deve focalizzarsi ed individua 16 azioni concrete da portare a termine nell’arco dei prossimi anni, fino al 2014. La Comunicazione si inserisce nel più ampio quadro dell'”Agenda Digitale Europea”, in parte già adottata, in parte in via di adozione. E mira anche a completare ed aggiornare la Direttiva sul Commercio Elettronico 2000/31/CE (qui un executive summary). L’11 Gennaio è stata anche avviata una consultazione pubblica sul Libro verde sui pagamenti con carta, Internet o dispositivi mobili, che è terminata l’11 Aprile 2012.