Natale 2020 – Natale Digitale
Il Natale 2020 si preannuncia per l’e-commerce come il miglior Natale di sempre.
La paura di un nuova epidemia e la ricerca di promozioni saranno gli elementi che renderanno memorabili le vendite online del Q4 2020, il quarto trimestre, da sempre il più importante nel modo del e-commerce.
Amazon ha annunciato nei giorni scorsi, in coincidenza con il Prime Day 2020 svolto il 13 e 14 ottobre, che per rafforzare il proprio sostegno alle piccole e medie imprese colpite dal COVID-19, investirà 85 milioni di Euro in promozioni speciali durante il Prime Day e la stagione natalizia.
“Quest’anno Prime Day è l’opportunità perfetta per i clienti Amazon Prime di acquistare tutto ciò che desiderano, in totale comodità da casa propria e, perché no, anche di anticipare gli acquisti di Natale, così da avere ancora più tempo da trascorrere con la propria famiglia e i propri cari durante le festività e il periodo che le precede”, afferma Mariangela Marseglia, VP e Country Manager di Amazon.it e Amazon.es. “Nel corso di questo anno senza precedenti, ci impegniamo a rendere questo Prime Day il migliore di sempre per le piccole e medie imprese e siamo entusiasti che i clienti Amazon Prime di tutto il mondo scoprano nuovi modi per supportare gli imprenditori locali e risparmiare su tutto ciò di cui hanno bisogno e che amano.”
Prime Day, è infatti una iniziativa internazionale del gruppo Amazon. Anche i clienti Amazon Prime in USA, UK, Emirati Arabi Uniti, Spagna, Singapore, Olanda, Messico, Lussemburgo, Giappone, Germania, Francia, Cina, Canada, Belgio, Austria, Australia e, per la prima volta quest’anno, Turchia e Brasile, hanno avuto accesso al Prime Day.
La forte spinta all’e-commerce derivante dal lockdown della primavera, poi scemata in estate, sta riprendendo vigore. E’ facile prevedere che supererà quanto avvenuto in primavera.
Sulla scorta di quanto annunciato e realizzato da Amazon, tutte le altre aziende che vendono online si stanno attrezzando e svelando le iniziative commerciali che hanno studiato per le vendite Natalizie.
Ma come si stanno comportando le PMI italiane?
Dal mio osservatorio ricevo continue richieste di consulenza in tema di digital transformation, e-commerce e marketplace. Le aziende che mi contattano appartengono a quattro categorie ben distinte:
- Aziende che non hanno mai venduto online, né attraverso un proprio sito né sui marketplace. Sentono il bisogno, ma hanno le idee confuse e contradditorie.
- Aziende che hanno una timida presenza on line con risultati in chiaro scuro. Aziende che hanno un sito, ma che non hanno mai creduto alla potenzialità del canale e che oggi si sono ricredute e vogliono dare consistenza al progetto.
- Aziende che vogliono vendere subito attraverso i marketplace. Hanno idee chiare sull’obiettivo.
- Aziende che vendono online con successo e che vogliono accelerare il processo di crescita.
Come puoi osservare sono target molto diversi, con storie e culture variegate, ma accomunate dallo scetticismo per il canale on line. Le aziende delle prime due categorie necessitano di un processo di digital transformation, un tema culturale ed una solida formazione digitale del team. Non è facile risolvere in poco tempo temi come il conflitto di canale, la non conoscenza nello strumento digitale, l’assenza di risorse capaci di svolgere il lavoro, la riorganizzazione o creazione di un area dedicata per l’e-commerce. Nei vent’anni che mi occupo di e-commerce lo scoglio culturale, l’ignoranza, ovvero il non conoscere l’ambito, la zona di comfort aziendale sono gli ostacoli principali alla nascita e diffusione di un progetto di digital transformation e di e-commerce.
Nelle PMI dialogo direttamente con l’imprenditore, sempre teso alla ricerca di un risultato per il giorno successivo. Questo approccio mal si concilia con l’introdurre la multicanalità e l’e-commerce. Per fortuna a fianco dell’imprenditore siedono già i figli, molto più sensibili al tema della vendita online. Il lockdown ha fatto fare all’e-commerce in pochi mesi un salto quantico di 5/7 anni in avanti, per cui oggi il tema non è più quello di convincere l’imprenditore della necessità della multicanalità, bensì quello di non commettere errori nelle proprie scelte.
La situazione del B2C in Italia a causa del Covid ha modificato i parametri. Nel 2020 infatti gli acquisti online in Italia valgono 30,6 miliardi di euro (-3% rispetto al 2019). Nell’anno del lockdown crescono gli acquisti di prodotto (+31%) ma calano fortemente i servizi (-47%).
Questo lo scenario presentato dall’Osservatorio eCommerce B2c, giunto alla ventunesima edizione, durante il convegno promosso dalla School of Management del Politecnico di Milano e da Netcomm intitolato “eCommerce B2c:la chiave per ripartire”.
Gli acquisti di prodotto segnano l’incremento annuo più alto di sempre (+5,5 miliardi di euro) e raggiungono quota 23,4 miliardi di euro. In valore assoluto i tre comparti che contribuiscono maggiormente alla crescita sono Food&Grocery (+1,1 miliardi di euro), Informatica ed elettronica di consumo (+1 miliardo) e Abbigliamento (+700 milioni).
Gli acquisti di servizi, in forte crisi soprattutto a causa del blocco del settore Turismo e trasporti (-56%), calano fino a 7,2 miliardi di euro. In controtendenza le Assicurazioni che crescono del +6% e si assestano a 1,6 miliardi di euro.
“Quest’anno la dinamica complessiva del mercato eCommerce, a livello globale, nasconde andamenti profondamente differenti nelle sue principali macrocategorie”. Dichiara Alessandro Perego, Responsabile Scientifico degli Osservatori Digital Innovation del Politecnico di Milano, aggiungendo che “La pandemia ha avvicinato all’eCommerce di prodotto tanti nuovi utenti e ha agito positivamente sulla frequenza di spesa dei web shopper già acquisiti. Nel 2020 il valore degli acquisti online di prodotto nel mondo dovrebbe raggiungere i 2.600 miliardi di euro (+16% circa rispetto al 2019)”.
“La crisi sanitaria, come sappiamo, ha generato un’evoluzione digitale senza precedenti degli stili di vita degli italiani, andando a modificare profondamente anche i comportamenti di acquisto. Il customer journey di oggi risente fortemente della nuova “normalità” in cui viviamo: aumenta la frequenza di acquisto nell’eCommerce (+79%), l’home delivery rimane la modalità preferita di ricezione dei prodotti da oltre il 93% degli utenti e il contante perde sempre più terreno a favore dei pagamenti digitali. I consumatori italiani richiedono inoltre a insegne e brand di adeguare i loro servizi nei punti vendita fisici, sfruttando le opportunità digitali per offrire esperienze sempre più soddisfacenti e sicure. Purtroppo, la digitalizzazione delle imprese italiane è ancora lontana dalla media europea, ma confido che questo momento di ridefinizione degli equilibri economici possa servire a colmare questo gap” ha aggiunto Roberto Liscia, Presidente di Netcomm.
Concordo in toto con l’analisi di Roberto Liscia, di cui puoi trovare una video intervista fatta durante il lockdown. E-Commerce: Motore della ripresa
L’opportunità che si presenta alle Aziende italiane è grandiosa. Abbracciare la multicanalità. Prendere in considerazione che si può affiancare ai canali di vendita tradizionali anche l’on line.
Lavorare su un business plan, un conto economico, organizzazione del team e definire una strategia distributiva prescindono dagli aspetti tecnici della piattaforma da utilizzare e sono gli aspetti che affronto con l’imprenditore ed il suo team. Vendere on line presuppone che si abbattano le barriere della distanza. Questo sia quando siamo clienti, ma anche quando vendiamo. Solo una piccola percentuale di aziende italiane ha un sito e-commerce. All’estero, ad iniziare dalla Germania, le percentuali sono 5/ 6 volte maggiori.
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