Accostare le parole banche e social network potrebbe suscitare qualche scetticismo. Se infatti l’universo delle reti sociali ha scatenato un attivismo costante da parte di aziende e singoli utenti, questo trend sembra non essere confermato per quanto riguarda gli istituti di credito. Da parte delle banche, infatti, c’è sempre stata una diffidenza verso gli strumenti social, considerati poco professionali e poco adatti all’ambito economico-finanziario.
Tuttavia, pur essendo arrivate più tardi rispetto ad aziende di altri settori, le banche stanno recuperando in fretta posizioni nel campo dei social media. Lo dimostrano i dati. Secondo una ricerca di Social Minds, a fine gennaio gli istituti di credito italiani sui social erano il 62%, ben più del 55% rilevato a maggio. Il canale più utilizzato è Linkedin, seguito da Youtube, Facebook e Twitter.
Per capire le ragioni che hanno spinto le banche a interfacciarsi con i social, vi è l’interessante studio condotto da Kpmg dal titolo “The Social Banker 2.0. Social media lessons from banking insider” dove sono stati raccolti tutta una serie di articoli, in cui i cosiddetti insider di diverse banche mondiali si schierano a favore dell’utilizzo dei social network. Quell’attività che per molto tempo è stata considerata alla stregua di una perdita di tempo, oggi viene considerata una leva su cui realizzare dei vantaggi competitivi. In questo senso quindi il problema delle banche non è più quello di decidere se investire o meno sui social network, quanto piuttosto come utilizzare questa dimensione per migliorare l’esperienza del consumatore.
Quattro sono i punti fondamentali emersi dallo studio.
1. Costruire un rapporto di fiducia e “engaggiare” gli stakeholders. Lo scopo delle banche è quello di colmare, tramite i social, il deficit di fiducia del cliente e fornire dei servizi più efficienti e immediati.
2. Mettere al centro del proprio modello di business il cliente. Molti istituti di credito stanno tentando di realizzare le condizioni per elaborare una strategia che permetta di trasformare il business, in modo tale che esso risulti più cliente-centrico, grazie ad una organizzazione innovativa. Su queste basi l’area tematica che ha catturato particolare attenzione è quella del crowdsourcing (vale a dire l’azione tramite cui un’azienda, grazie agli strumenti social, struttura una moltitudine – da cui la parola “crowd”- collaborativa di impiegati che possono essere coinvolti in qualsiasi momento per risolvere determinati problemi, valutare idee, o entrare a far parte di una community).
3. Sperimentare nuovi approcci e creare opportunità di business, quali ad esempio l’analisi di trend per verificare la possibilità di offrire vantaggi competitivi, nonché per avere accesso ai mercati emergenti.
4. Imparare dagli altri. Gli istituti finanziari hanno molto da imparare, in termini di utilizzo delle piattaforme sociali, dai loro competitor non tradizionali al fine di intercettare nuovi approcci e idee innovative che possono essere adattate allo stile comunicazionale di una banca.