Cambiano le abitudini dei consumatori nel Bel Paese: tagliate di netto le spese superflue e i “vizi” e in aumento gli acquisti online. A dirlo è il “Rapporto Coop 2013 – Consumi, distribuzione” presentato il 5 settembre e redatto dal Settore Economico e Ufficio Studi di COOP. Il Rapporto rappresenta una fedele e interessante istantanea della situazione dell’Italia nella difficile congiuntura economica attuale.
L’indagine condotta da COOP focalizza la propria attenzione sulle modalità con cui le famiglie reagiscono alla nuova realtà economica, le divergenze che caratterizzano i diversi territori del nostro Paese e il confronto con quanto accade negli altri grandi Paesi europei.
Come reagiscono gli italiani alla crisi? Quali sono le prime spese ad essere tagliate?
Settori in calo: Alcolici e Tabacchi
L’italiano, al quinto anno di crisi economica, è un soggetto notevolmente cambiato: calano in primis tutte le spese legate all’acquisto di alcolici e di sigarette (e prodotti relativi al fumo). La vendita di vini segna -4% nell’ultimo anno, quella degli aperitivi il -5%, superalcolici amari e liquori un -3% . Cali ancor più drastici per i tabacchi: il numero di sigarette fumate fa segnare -14% negli ultimi 2 anni. E, ancora, diminuisce il consumo di caffè (il comparto caffè-the-cacao registra una flessione a valore procapite in 6 anni del -21%).
Calano le spese per l’igiene della famiglia
Calano vistosamente le vendite di pannoloni, biberon, ciucci, alimenti, creme e prodotti per la cura dei più piccoli (complessivamente un -4%); cala il consumo di carta igienica che dal 2008 è diminuito del 9% circa; si sono ridotte le spese per gli assorbenti femminili e i prodotti per la rasatura. Le lamette da barba hanno perso quasi un quarto dei consumi dall’inizio della crisi.
A cosa non rinunciano gli italiani?
Se Bacco e Tabacco vengono meno, gli italiani non rinunciano a Venere: secondo l’indagine, infatti, è cresciuta del 6.4% la spesa per gli accessori legati al piacere sessuale e dell’8% quella legata a pillole quali Viagra. Al contrario, cala la vendita di preservativi (3,6 milioni in meno negli ultimi due anni).
Italiani, un popolo popolo di consumatori-internauti
Oltre ai piaceri sessuali, però, l’italiano non rinuncia alle nuove tecnologie. Sono 29 milioni i navigatori attivi ogni mese – 23 di loro lo fanno attraverso tablet e smarthpone – (10 milioni in più rispetto al 2012 ne hanno in tasca uno nuovo).
Per 10 milioni di italiani il prodotto si vede in negozio ma si compra online (è il caso dell’abbigliamento che nell’online registra un +41% o dei prodotti tecnologici +19%).
Sempre meno acquisti, sempre più condivisione con la Sharing Economy
Si compra meno, ma si baratta di più: è il fenomeno in crescita della sharing economy in cui l’accesso al bene è più importante del suo possesso.
Così sono oltre 120 i siti in Italia che promuovono modalità di consumo condiviso e si scambia di tutto: le più tradizionali case e auto, ma anche biciclette e barche e persino beni non durevoli (vestiti, cibo) o servizi e competenze.