Vorreste sapere come starà un divano nel vostro salotto prima di acquistarlo? O se avete lo spazio per un nuovo televisore? O ancora, se un abito vi sta bene o no? Ecco, tutto questo è già possibile grazie alla realtà aumentata.

Nonostante il termine “realtà aumentata” abbia iniziato a essere utilizzato negli anni Novanta, questa tecnologia è diventata popolare negli ultimi anni grazie a dispositivi come Google Glass o giochi come Pokémon Go, che ha raggiunto i 500 milioni di download nei primi due mesi dal suo lancio. Ma esattamente cosa significa realtà aumentata o AR (suo acronimo in inglese)?

KMPG lo definisce come “una tecnologia che sovrappone un’immagine generata al computer alla visione dell’utente del mondo reale, producendo una visione composita” . PwC distingue l’AR, che amplifica o modifica uno scenario, dalla realtà virtuale (VR), una tecnologia in grado di trasportare l’utente in altri luoghi o realtà.

Sebbene la realtà aumentata sia comunemente associata al settore dei videogiochi, il suo utilizzo va ben oltre il gaming e le aziende più avanzate lo sanno. È proprio nel commercio elettronico dove questa tecnologia può supporre una trasformazione autentica che cambia, non solo la nostra visione della realtà, ma anche il nostro modo di acquistare online.

Realtà aumentata e eCommerce

Uno degli esempi più popolari è il caso di IKEA Place , un’applicazione lanciata nel 2017 da IKEA che consente di posizionare i prodotti virtualmente in qualsiasi spazio. Il suo funzionamento è ridotto a pochi semplici passaggi: prima viene scansionata la stanza, quindi il prodotto desiderato viene selezionato nel catalogo e infine la sua posizione viene fissata attraverso lo schermo del dispositivo .
Amazon offre un’app simile chiamata AR View che consente di visualizzare tutti i tipi di prodotti in qualsiasi spazio, per vedere se si adattano sia come dimensioni, sia come stile.

Anche gli eCommerce legati al settore della moda stanno iniziando ad utilizzare la realtà aumentata. Uno dei primi marchi a usarlo è stato Converse , che già nel 2012 ha lanciato un’applicazione che permetteva di indossare (virtualmente) le scarpe, prima di acquistarle. Ray-Ban invece offre al cliente la possibilità di progettare il proprio modello virtuale attraverso la tecnologia face-mapping. Basta caricare la foto del proprio volto e si può vedere in anteprima come ci stanno gli occhiali scelti.

Allo stesso modo, usando un manichino invece di un’immagine reale, l’applicazione di Gap’s Dressing Room simula la stanza di un tester. Al suo interno è possibile creare modelli e modelle virtuali, scegliendone, ad esempio, peso e altezza e provare così diverse combinazioni di abiti e taglie. Anche Zara si è cimentata nella realtà aumentata grazie a una nuova app che mostra, nelle vetrine dei negozi e all’interno dei negozi, modelli di dimensioni reali che indossano le ultime novità del marchio, creando un’esperienza interattiva e sorprendente.

eCommerce o aCommerce?

Tutti questi esempi dimostrano che il connubio realtà aumentata e eCommerce potrà davvero rivoluzionare le nostre modalità di acquisto online.
E infatti alcune aziende del settore della realtà aumentata come Augment non parlano più di eCommerce, ma di Augmented Commerce o aCommerce. Come abbiamo visto l’aCommerce è già realtà e in futuro il suo utilizzo sarà molto diffuso. Le aziende che fanno e faranno uso della realtà aumentata potranno trarne molti vantaggi. Potranno infatti aumentare le vendite e diminuire i resi, dal momento che gli utenti potranno acquistare online con maggiore sicurezza.

Ma la realtà aumentata non è l’unica tecnologia che sta rivoluzionando il commercio online. Di recente il negozio di elettrodomestico Electrocosto ha aperto il suo primo negozio fisico a Malaga con un concept futuristico . Invece di avere un’esibizione fisica della merce, ha ologrammi che permettono di vedere il prodotto a 360º. Gli ordini poi possono essere fatti da un comodo divano collocato nello store, attraverso touch screen e tablet. Un altro modo innovativo per migliorare l’esperienza di acquisto del cliente.

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