Ogni giorno nascono nuove start up di e-commerce e la concorrenza è davvero spietata. Soprattutto nel primo anno di attività è normale non aspettarsi enormi fatturati: come per uno store tradizionale, l’attività deve essere avviata a ha bisogno di un periodo di rodaggio per ottenere risultati soddisfacenti.
Però, proprio a causa dell’elevato numero di competitor, un e-commerce non può neppure permettersi di fare troppi sbagli, potrebbe essere letale per la sua sopravvivenza.
Sulla base di casi studio e di ricerche in campo e-commerce Shetul Majithiya, manager della Emipro Technologies, azienda specializzata in applicazioni e-commerce, ha individuato cinque errori che andrebbero sempre evitati.
Ecco allora cosa non dovrebbe mai fare una startup che voglia operare nel campo e-commerce:
1 – Avere una pagina “Chi siamo” troppo generica
Uno dei limiti degli e-commerce è proprio la mancanza di un rapporto diretto, vis a vis, con chi vende. L’acquirente non ha modo di vedere la persona da cui sta comprando e non ha neppure la possibilità di “toccare con mano” la merce in vendita.
L’utente crea così le proprie impressioni solo sulla base del sito e-commerce su cui sta navigando e delle informazioni che vi trova all’interno.
Soprattutto nel caso delle startup, che quindi sono realtà nuove il cui nome è perlopiù sconosciuto, è fondamentale fornire una descrizione dettagliata dell’azienda.Chi compra vuole sapere chi c’è dietro a un e-commerce, per questo nella pagina “about us” sarebbe importante inserire:
– la storia dell’azienda, descritta in modo possibilmente empatico
– foto delle persone che ci lavorano
– recensioni dell’azienda, per aumentare la fiducia dell’utente
– un invio all’azione, la famosa “call to action”, che spinga a esplorare il sito
– icone dei social network, per consentire di essere contattati in più modi
2 – Affidarsi solo agli annunci a pagamento
Gli annunci a pagamento consentono di raggiungere un target selezionato e, di conseguenza, un traffico di alta qualità. Tutto questo in tempi piuttosto rapidi.È quindi un metodo che funziona ma non nel lungo periodo. Funziona fino a quando la campagna è attiva e nell’immediato futuro.
Ma, per fare in modo che la startup decolli non ci si deve affidare solo alle campagne a pagamento. Bisogna invece su più strumenti, dall’indicizzazione SEO all’uso di social network o newsletter.
3 – Usare male i social network
I social network sono uno strumento potentissimo, purché usato in maniera corretta.Ci sono aziende che hanno account su qualsiasi social network ma pochissimi follower. Oppure con post vecchissimi o addirittura pagine semi vuote.Avere social network non aggiornati o non seguiti, è ancora peggio di non averne proprio.
I social network, poi, funzionano anche da passaparola. Se usati in maniera corretta, dovrebbero diventare uno spazio in cui ospitare recensioni online. Non c’è migliore pubblicità su un social di un follower che parla bene della nostra startup!
4 – Offrire un unico metodo di pagamento
I clienti preferiscono sempre avere una vasta gamma di metodi con cui pagare la merce acquistata online.Alcuni non hanno problemi a usare la carta di credito, altri invece non si fidano delle transazioni online e preferiscono usare carte prepagate o addirittura il contrassegno. E la scarsa fiducia nei confronti dei metodi di pagamento online è un problema ancora piuttosto diffuso in Italia.
Offrire più metodi di pagamento è quindi un modo per migliorare l’esperienza d’acquisto dell’acquirente e anche la percezione che ha nei confronti della startup.
5 – Aspettarsi risultati immediati
In questo caso la parola d’ordine è pazienza!
Un business e-commerce richiede tempo per crescere. Capita spesso che i risultati prefissati non vengano raggiunti subito. È normale che accada e questo non deve demotivare o addirittura spingere a chiudere la startup. Bisogna continuare a lavorare al meglio, rivedere gli obiettivi e cercare di superare le difficoltà iniziali.