Quella a cui stiamo assistendo è una fase epocale per la comunicazione d’impresa: per la prima volta nella storia le aziende hanno la possibilità di confrontarsi con le persone in modo diretto, avvalendosi dei mezzi di comunicazione integrata su tutte le diverse piattaforme che il Web 2.0 mette continuamente a disposizione: siti di social networking, blog, foto, video e slide sharing, wiki, comunità 2.0 e molti, molti altri. Commenti, voti, condivisione di foto, aggiornamento di stati: è questa costante interattività a produrre quello che viene definito l’user generated content, ovvero i contenuti creati e diffusi dagli utenti a titolo personale o a nome di un’organizzazione, ente, azienda.
La velocità con cui si “propagano” questi contenuti nel web è rapidissima ed è per questo motivo che si parla di “viral marketing“: le aziende più lungimiranti hanno già rivisto le proprie strategie di comunicazione, convertendo i propri siti da statici contenitori di informazioni e servizi a luoghi di scambio interpersonale, nei quali si determinano atteggiamenti, opinioni e sensazioni relative a brand e prodotti. Nuove sono le forme di promozione e web marketing, nuovi gli strumenti con i quali fidelizzare gli utenti, nuove le metodologie di vendita: una rivoluzione che ha come fulcro la comunicazione con la clientela e i consumatori.
Immaginate la “vecchia” attività di PR, Pubbliche Relazioni e moltiplicatela per i numeri esorbitanti della blogosfera: dalla sinergia tra contenuti di qualità e metodologie all’avanguardia la comunicazione otterrà grandi risultati. Ma non parlo esclusivamente delle grandi aziende, ma anche delle piccole e medie imprese: qualsiasi progetto web, e-commerce in primis, non può che trarre vantaggi dal Web 2.0.
Il tipico acquirente online, nell’accingersi a fare un acquisto, va alla ricerca di informazioni sul vendor quando non ne conosce il marchio o, in caso contrario, si affiderà alle opinioni e commenti lasciati da altri utenti che l’hanno preceduto nello shopping online: è un ottimo metodo per diffondere la propria reputazione online, ma c’è un però. Diversamente da quanto avviene col classico passaparola, in Internet un’immensa quantità di informazioni e giudizi rimane visibile e si propaga con grandissima rapidità in modo trasversale: quindi quando cercate informazioni o opinioni, meglio affidarsi a siti referenziati e moderati.
Una vicenda che mi ha profondamente colpito è quella di un punto vendita Carrefour sito ad Assago dove, nel 2008, un bambino affetto da autismo è stato maltrattato e umiliato dal personale del negozio: la mamma che era presente è rimasta giustamente sconvolta dall’episodio e ha scritto una lettera sul suo blog. La notizia ha fatto il giro della blogosfera in pochissimo tempo, suscitando l’indignazione generale e diffondendosi in ogni canale web: il personale di Carrefour ha dovuto presentare le proprie scuse pubbliche. Eppure, ancora oggi a distanza di tempo, la notizia continua a essere commentata e a diffondersi nel web: se infatti si cerca “Carrefour Assago” su Google, la sconcertante notizia appare in prima pagina. Insomma, un bel danno di immagine e di reputazione.
Naturalmente la gestione dei rapporti con la clientela diventa tanto più difficile quanto più noto è il marchio: se, però, l’azienda è attenta e si muove bene, i benefici che può trarre sono veramente incommensurabili.
Per grandi corporation e per piccole e medie imprese, quindi, la strategia comunicativa è imprescindibile: anzi, nelle nicchie di mercato troverete più facilmente gli utenti più informati, competenti e appassionati ed è dunque necessario uno sforzo economico in questa direzione.