Trecent – la Internet Company made in Cina che possiede il marchio WeChat – è stata inserita al quattordicesimo posto nella classifica “Top 100 Most Valuable Global Brands 2014” stilata da Millward Brown: con 15 anni di storia alle spalle, 20mila dipendenti con 27 anni di media, l’azienda asiatica è ben nota in Cina grazie ai servizi di chat WeChat e QQ che dall’inizio del 2014 ha deciso di conquistare l’Occidente, partendo dall’Italia.
Con un lancio in grande stile, l’azienda non ha badato a spese per farsi conoscere tra teenager e ragazzi di tutto il mondo, grazie a una strategia di marketing basata su personaggi noti tra gli adolescenti, quali Belen e Messi. I numeri confermano la validità della strategia messa in atto, che ha fatto registrare 400 milioni di utenti attivi, di cui 300 milioni solo in Cina. I dati locali non vengono resi noti da Tencent ma è si ritiene che anche in Italia si sia registrato circa un milione di utenti attivi.
Anche in Italia la strategia di marketing di WeChat si basa sull’idea di viralità e popolarità degli sponsor, come spiega Andrea Ghizzoni, Country Director di WeChat Italia: “l’effetto che si ottiene ricevendo un messaggio audio di Alessandra Amoroso che canta a cappella solo per i suoi follower su WeChat è decisamente molto più efficace di qualsiasi azione possibile su Facebook e Twitter”.
Ma non è solo la strategia di marketing a differenziare il sistema di messaggistica WeChat dalla concorrenza: per esempio la gestione della privacy, in quanto il server di Tencent non memorizza i messaggi scambiati fino a che un’autorità giudiziaria non lo richiede. Ancora, il numero di cellulare viene fornito solo in fase di registrazione ma non è visibile, i nuovi contatti si passano tramite ID.
Diverse sono anche le chat di gruppo che offrono servizi innovativi, come per esempio la possibilità di fare un sondaggio in tempo reale e geolocalizzabile su, per esempio, cosa fare stasera. E ancora le sfide online ai giochi e così via. Ancora, su WeChat le aziende possono aprire gratuitamente un account aziendale, in Italia sono una cinquantina, inviare un flusso di notizie ai propri follower, oltre a file multimediali, indirizzare verso il proprio e-commerce, creare un evento e, magari, trasmettere su un megaschermo in tempo reale i selfie dei fan.
Ma un’altra grande differenza è il progetto – al momento ancora in cantiere – di lanciare un mobile commerce direttamente integrato a WeChat: l’idea è quella di associare i dati della carta di credito al proprio profilo in modo da poter acquistare direttamente nei negozi convenzionati inquadrando un QR code.
Se il modello possa funzionare anche nel nostro Paese è ancora tutto da scoprire, anche se i dati di crescita fanno ben sperare; quel che è certo è che WeChat non è solo il social network del futuro, ma è anche qualcosa in più rispetto a un tradizionale social network, poiché la comunicazione diretta di un programma di messaggistica è molto più efficace di un social network alla Facebook e alla Twitter. Come spiega Ghizzoni: “Ciò che ti arriva sullo smartphone è l’avviso di un messaggio, ce l’hai lì, pronto da leggere e spesso non sai subito chi te l’ha mandato, per questo apri e leggi. Un sistema molto più immediato di un social network tradizionale”.