Analisi Amazon: chi è e com’è organizzato in Italia?

4 Apr 2020 | Amazon

L’Italia non si è fermata e con grande tempismo le aziende hanno virato sullo smart working in tempi brevissimi permettendo ai propri dipendenti di svolgere da casa il proprio lavoro.
Nel giorno del black out dell’INPS, delle carenze organizzative della protezione Civile e le smagliature della burocrazia italiana il confronto con la tenuta infrastrutturale delle logistiche e della rete informatica sono impietose.

Logistica e rete informatica sono i due asset che stanno consentendo all’Italia di lavorare da remoto e di gestire gli acquisti online ed il rifornimento dei supermercati e dei negozi di prima necessità, aperti.

Tra questi, emerge come un gigante Amazon, che sta assumendo sempre più una posizione dominante. A fronte di una serie di tematiche, relative al ruolo ed al modo di gestire la sua presenza sul mercato, va dato atto ad Amazon una visione ed una organizzazione di primissimo ordine nel corso di questi anni.

Che sia una azienda non facile con cui dialogare, un po’ arrogante in certi suoi comportamenti e manifestazioni, non vi è dubbio. Vendendo su Amazon dall’inizio, ho visto una trasformazione del colosso di Seattle. Solo l’arrivo di una solida concorrenza potrà mitigare e smussare certe asperità, ma non è questa la sede per parlare di questi aspetti.

Detto questo, Amazon non si è risparmiata per gestire l’emergenza COVID-19. L’e-commerce è esploso, ma da un certo punto di vista Amazon si è messa al servizio del Paese e così sta facendo nel resto del Mondo.

Nella nostra analisi Amazon soffermiamoci quindi ad esaminare da vicino questa realtà ai più sconosciuta da un punto di vista organizzativo. Conosciuta da milioni di acquirenti, di Amazon, salvo gli addetti ai lavori, si sa poco, nonostante quest’anno festeggi il decimo anniversario di presenza in Italia.

Per un approfondimento sul gruppo Amazon vi rimando a questo mio articolo: Lettera agli azionisti di Amazon – Jeff Bezos, dove è riportata l’ultima lettera degli azionisti di Jeff Bezos, disponibile in Inglese.

La storia di Amazon in Italia

Dal suo arrivo in Italia nel 2010, Amazon ha investito 4 miliardi di euro creando oltre 6.900 nuovi posti di lavoro a tempo indeterminato.
Il primo centro logistico dell’azienda è stato inaugurato nel 2011 a Castel San Giovanni, in provincia di Piacenza. Quando lo visitai, rimasi a bocca aperta. Il primo vero magazzino creato in Italia per gestire esclusivamente l’e-commerce. Costruito di fronte al magazzino della Geodis, dall’altro lato dell’autostrada Torino Piacenza, che per il primo periodo è stato l’appoggio di Amazon in Italia.

Nel 2017, due nuovi centri di distribuzione sono stati aperti nel Lazio a Passo Corese, provincia di Rieti, e a Vercelli, con la creazione rispettivamente di 1.200 e 600 nuovi posti di lavoro.
Lo scorso anno Amazon ha inaugurato un quarto centro di distribuzione, in provincia di Torino, a Torrazza Piemonte con 1.200 nuovi posti di lavoro entro tre anni dall’apertura. Inoltre, negli ultimi due anni Amazon ha aperto vari centri e depositi di smistamento in tutta la Penisola.

Nel mese di febbraio di quest’anno Amazon ha annunciato l’apertura di due nuovi centri di distribuzione in Italia che dovrebbero essere operativi entro la fine del 2020. Con il lancio dei due nuovi centri di distribuzione, Amazon investirà ulteriori 140 milioni di euro, che si vanno ad aggiungere ai 4 miliardi già investiti nel Paese dal suo arrivo nel 2010.

Per servire i clienti Amazon Prime Now, l’azienda ha anche aperto due centri di distribuzione urbani a Milano e Roma.

Oltre gli investimenti effettuati nella rete logistica, nel 2013 Amazon ha inaugurato il Customer Service di Cagliari e gli uffici corporate di Milano che, nel 2017, sono stati trasferiti in un edificio di 17.500 metri quadri nel quartiere emergente di Porta Nuova.

Amazon ha inoltre aperto a Torino un centro di sviluppo per la ricerca sul riconoscimento vocale e la comprensione del linguaggio naturale che supporterà la tecnologia utilizzata per l’assistente vocale Alexa.

Oltre ai nuovi posti di lavoro a tempo indeterminato che l’azienda continua a creare, Amazon supporta imprenditori e chiunque intenda avviare un’attività in proprio, digitalizzare un’attività già esistente, oppure espandere il proprio business attraverso vari programmi. Negli incontri che ho con gli imprenditori, sostengo sempre che Amazon per le PMI assolve i compiti dell’ICE. Infatti permette alle PMI italiane di presentare ed esportare i propri prodotti in tutto il mondo a dei costi abbordabili.

Amazon Seller Central, Vendor Central Amazon e Amazon Adv

Amazon ha sostanzialmente 3 grandi aree piattaforme:

1) Amazon Seller Central, ovvero le parti terzi, imprese indipendenti che utilizzando il marketplace per la vendita o affidandosi alla rete logistica di Amazon per lo stoccaggio e la consegna dei prodotti con FBA (Fulfillment by Amazon – Logistica di Amazon) di fatto utilizzano ed alimentano le piattaforme Amazon in Italia e nel Mondo, pagando un canone mensile a cui si aggiunge una commissione sul venduto, che nel linguaggio Amazon si chiama commissione per segnalazione e varia a secondo le merceologie.

Le imprese italiane che vendono i propri prodotti su Amazon.it hanno generato più 18,000 posti lavoro e nel 2018 superato € 500 milioni in export. Un ulteriore approfondimento sulla organizzazione di Amazon su questo tema lo trovate nel mio articolo: 12.000 PMI Italiane vendono su Amazon e superano i 500 milioni di vendite all’estero nel 2018.

All’interno di Amazon Seller Central trova collocazione anche Amazon Business la piattaforma B2B dedicata solo a chi possiede una partita IVA. Vi rimando al post pubblicato pochi giorni fa: Amazon Business Prime – Ulteriori vantaggi per le aziende, ad uno precedente: Amazon Business per il B2B – Come funziona e quello relativo alla inaugurazione del servizio: Amazon Business – Piattaforma B2B per le imprese

2) Vendor Central Amazon per gestire gli acquisti dei fornitori che vendono direttamente i loro prodotti ad Amazon. Merita un approfondimento, che per ragioni di spazio, rimandiamo ad un momento successivo.

3) Amazon Advertising, piattaforma per gestire tutta la pubblicità all’interno delle varie piattaforme Amazon. Prima di comprare sempre più clienti s’informano sul web. E lo fanno su Amazon, anziché sui motori di ricerca, Google in testa. Amazon offre tutte le informazioni chiave, a partire da prezzo, recensioni e numero di venditori.

Ad esse si aggiungono tutta una serie di servizi, tra cui cito, Amazon Pay lanciata in Italia nel aprile 2017. Ai clienti Amazon viene offerta la possibilità di pagare prodotti e servizi sui siti web dei merchant aderenti (altri e-commerce) utilizzando le informazioni del proprio account Amazon. Al momento della finalizzazione dell’acquisto, tutti i possessori di un account Amazon possono semplicemente inserire username e password Amazon sul sito del merchant e la transazione verrà così completata, in totale sicurezza, utilizzando le informazioni di pagamento e spedizione collegate automaticamente all’account del cliente.

Amazon ai tempi dell’emergenza sanitaria Covid-19

Amazon è molto impegnata nella emergenza COVID-19.
È intervenuta prontamente e pesantemente nel sanzionare quei merchant, che cercavano di speculare sulle vendite, aumentando alle stelle i prezzi delle mascherine e disinfettanti. Ha limitato l’accesso delle merci nei magazzini FBA solo alle merci di prima necessità.

L’azienda ha inoltre stanziato anche 3,5 milioni di Euro: 2,5 milioni di Euro alla Protezione Civile e una donazione di 1 milione di Euro per sostenere gli sforzi delle tante organizzazioni no profit e degli enti che operano nei territori e nelle comunità in cui vivono e lavorano i dipendenti Amazon e con cui l’azienda lavora da tempo.

Amazon ha lanciato inoltre un “pulsante per donare” sul sito e una skill Alexa per semplificare le donazioni di tutti i clienti che volessero dare il proprio contributo alla Protezione Civile. In questo modo i clienti potranno effettuare donazioni con Amazon Pay anche di piccola entità, attraverso pochi click, senza effettuare acquisti, o utilizzando il comando vocale “Alexa, voglio fare una donazione per il Coronavirus”.

“Crediamo che il nostro ruolo nel fornire un servizio ai clienti e alle comunità, in questo momento, sia cruciale. Oltre ad assicurarci che i clienti italiani possano ottenere i prodotti di cui hanno più bisogno, tutelando la sicurezza dei nostri dipendenti e partner, vogliamo offrire un ulteriore contributo alla lotta al Coronavirus”, ha recentemente dichiarato Mariangela Marseglia, VP e Country Manager di Amazon.it e Amazon.es .
“È importante in questo momento essere uniti e al fianco di organizzazioni come la Protezione Civile e dei governi dei Paesi europei e di tutto il mondo per supportare i loro sforzi in questa emergenza. Siamo al lavoro per mettere in campo ulteriori iniziative a supporto di cittadini, comunità e piccole medie imprese italiane e siamo certi che supereremo insieme questo momento di difficoltà”.

Questa donazione si aggiunge ad altre attività già messe in campo da Amazon e dai suoi dipendenti per fronteggiare l’emergenza in Italia e nel mondo. Come prima risposta, alla fine di febbraio, Amazon ha donato alla Protezione Civile migliaia di dispositivi di protezione – tute, guanti, occhiali protettivi – destinati agli ospedali che si trovano nelle aree più colpite della Lombardia. Contemporaneamente, Amazon e Amazon Web Services (AWS) hanno aderito all’iniziativa di solidarietà digitale del Ministero dell’Innovazione mettendo a disposizione lezioni in streaming dedicate alle materie STEM (Scienze, Tecnologia, Elettronica e Matematica), e alla programmazione informatica creativa destinata agli insegnanti delle scuole primarie e secondarie. Inoltre, sono stati forniti crediti promozionali AWS Cloud a decine di governi regionali e a enti locali come il Comune di Cagliari, organizzazioni no-profit, startup e aziende, al fine di potenziare, durante l’emergenza, i loro progetti digitali con soluzioni di lavoro da remoto e ambienti di collaborazione on-line.

Amazon ha recentemente inaugurato la AWS Diagnostic Development Initiative a supporto delle iniziative di ricerca e sviluppo della diagnostica, che consiste nel rilevamento e nella realizzazione di test rapidi e accurati sul COVID-19. Il programma è pensato per supportare quelle persone che stanno lavorando per proporre soluzioni diagnostiche migliori, più accurate, e per promuovere una migliore collaborazione tra organizzazioni che stanno lavorando su problemi simili.
Nell’ambito di questo progetto Amazon dichiara di stare investendo 20 milioni di dollari per accelerare la ricerca diagnostica, l’innovazione e lo sviluppo per incrementare la conoscenza collettiva e il rilevamento del COVID-19, assieme ad altre soluzioni diagnostiche innovative per mitigare i futuri focolai di malattie infettive.

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