nuove imposte UEL’Unione Europea sta valutando l’introduzione di nuove imposte UE da applicare sulle vendite online. In particolare si sta studiando una normativa fiscale sull’IVA, che imporrebbe così il pagamento dell’IVA anche da parte di colossi come Amazon.
Se la normativa dovesse entrare in vigore, tutte le aziende che vendono all’estero generando un giro d’affari complessivo ai 10 mila euro saranno obbligate ad applicare su ogni vendita al di fuori dell’UE l’IVA del proprio paese. E chi fa consulenza marketplace dovrebbe tenerne conto.

Per ora si tratta solo di una proposta ma si sono già scatenate reazioni contrastanti. Una delle più forti è quella proveniente da eBay che ha lanciato sul web una petizione contro le nuove direttive. Secondo eBay, che non occupandosi di vendite dirette non sarebbe comunque soggetta ad alcuna imposta, le proposte dell’Unione Europea andrebbero a penalizzare le piccole aziende, chi vuole realizzare un ecommerce e di conseguenza i consumatori.

eBay, ritiene che imporre l’IVA alle aziende che ricavano dalle vendite online all’estero più di 10mila euro, significa colpire le realtà più piccole, che faticosamente resistono alla concorrenza dei grandi colossi online. Questo le indurrebbe a prendere provvedimenti per sopravvivere alla concorrenza, generando una serie di conseguenze negative. Le piccole aziende potrebbero infatti scegliere di aumentare i prezzi, per colmare le nuove tassazioni. Oppure potrebbero decidere di limitare le vendite all’estero, rallentando così la loro crescita e la diffusione dell’e-commerce. E riducendo anche la possibilità di scelta dei consumatori.

Il testo della petizione di eBay è molto chiaro:
“Noi sottoscritti, chiediamo all’Unione Europea di rivedere i propri propositi di riforma dell’IVA e di adottare le seguenti misure a protezione delle piccole imprese e dei consumatori europei:

  • Rinunciare all’introduzione di nuove imposte sulle vendite in area UE e sostenere le piccole imprese europee favorendo soglie IVA più elevate e armonizzate per le vendite a distanza.
  • Contribuire a contenere i prezzi mantenendo le attuali norme per le importazioni di valore esiguo da paesi non UE.
  • Ridurre il peso della burocrazia introducendo un database di riferimento per le piccole imprese europee, che faciliti loro l’individuazione dell’aliquota IVA corretta per i singoli prodotti nei vari paesi.”

C’è chi però la pensa in maniera opposta.
È il caso ad esempio del Movimento Consumatori che invita gli utenti a non firmare la petizione di eBay. Secondo l’MC, eBay farebbe leva sul sentimento dei consumatori, rappresentandoli come vittime di questa nuova riforma.

In realtà, sempre per il Movimento Consumatori, le proposte dell’UE andrebbero ad inserirsi in un quadro ben più ampio, volto ad eliminare le disparità che esistono tra aziende tradizionali ed e-commerce. Imporre l’IVA a chi vende all’estero online, significherebbe quindi adottare una tassazione adeguata anche per i colossi del web.

Al momento comunque la proposta UE è ancora in fase di studio e il dibattito è aperto.

Pin It on Pinterest